Questo articolo fa parte della serie Calcio femminile dedicata ai Mondiali di calcio femminile in corso in Francia e pubblicata sul Guardian. La serie presenta le 24 squadre qualificate con i contributi di giornalisti ed esperti del rispettivo paese.

Panoramica

La nazionale femminile olandese – “le leonesse arancioni” – dà il meglio di sé quando si spinge in attacco e usa la sua velocità. L’ala destra Shanice van de Sanden, che gioca per il Lione, è una delle donne più veloci del calcio internazionale e Vivianne Miedema, dell’Arsenal, è una delle migliori attaccanti al mondo. Miedema ha appena vinto il campionato con l’Arsenal, mentre Lieke Martens è stata scelta come migliore giocatrice al mondo nel 2017.

Quando le attaccanti olandesi sono in forma, è difficile fermarle, soprattutto perché possono contare su un forte centrocampo. Di solito è composto dalla capitana Sherida Spitse, da Jackie Groenen (che è appena stata acquistata dal Manchester United, neopromossa nella Women’s super league) e da Daniëlle van de Donk, una calciatrice dotata di buona tecnica individuale. In difesa, tuttavia, la squadra non è tra le più solide, ha problemi particolarmente sulle fasce, senza contare i frequenti infortuni della potente Stefanie van der Gragt.

Dopo la sua sorprendente vittoria in casa nel campionato europeo del 2017, la squadra olandese è spesso considerata favorita, il che spinge parecchie squadre avversarie a prendere delle contromisure costringendo la squadra di Sarina Wiegman a essere precisa e veloce nei passaggi per superare le difese.

Nonostante la vittoria del 2017, questa è solo la seconda volta che la squadra si qualifica ai Mondiali, dopo la sua apparizione in Canada quattro anni fa. Le olandesi sono inoltre arrivate in Francia con qualche difficoltà, perdendo con la Norvegia nel girone e dovendo sconfiggere Danimarca e Svizzera ai playoff.

Le aspettative dunque sono piuttosto alte. La maggior parte delle giocatrici selezionate gioca all’estero e nei Paesi Bassi sembra quasi che la nazionale debba competere per la coppa del mondo dato il loro successo di due anni fa, ma il traguardo appare difficile.

Le ultime due finali dei Mondiali si sono svolte tra Stati Uniti e Giappone e quando le olandesi hanno sfidato i giapponesi agli ottavi, in Canada, hanno perso solo 2-1, finendo però sovrastate nel gioco.

L’allenatrice

Sarina Wiegman, 49 anni, è stata la prima donna a giocare più di cento partite per i Paesi Bassi, e allena la nazionale dal 2016. In tutto il paese sono solo tre le donne con il brevetto di allenatrice di calcio. Nel 2017, appena sei mesi dopo la sua nomina, Wiegman ha guidato la squadra al titolo europeo, battendo la Danimarca in finale. Dopo la vittoria, le calciatrici, che giocano ogni partita di fronte a stadi gremiti, hanno fatto un giro in battello di festeggiamento nei canali di Utrecht. Da allora le loro partite internazionali hanno quasi tutte registrato il tutto esaurito.

La stella della squadra

Lieke Martens è la calciatrice più famosa del calcio olandese. È un’ala sinistra che gioca perlopiù con il piede destro (ma anche il suo sinistro non è tanto male). È diventata la ragazza copertina del campionato europeo, grazie alle sue reti, i suoi passaggi decisivi e i suoi dribbling. Cresciuta nella provincia meridionale di Limburg, ha lasciato il paese da giovane per inseguire il suo sogno di diventare una calciatrice professionista. Dopo gli europei è entrata nel Barcellona. Come la maggior parte delle giocatrici della nazionale olandese, ha giocato soprattutto con e contro i maschi fino a 16 anni.

Lo sapevate?

La centrocampista Jackie Groenen è una grandissima ammiratrice di Johan Cruyff e indossa la maglia numero 14 per questo motivo. Da ragazza, in vacanza, studiava i dvd di Cruyff e Dennis Bergkamp seduta in auto. I gusti musicali di questa giocatrice del Francoforte, tuttavia, non sono apprezzati da tutte le sue compagne di squadra. Le piacciono i Beatles e Bruce Springsteen e ha un cellulare vecchio stile.

Breve storia del calcio femminile nei Paesi Bassi

Nei Paesi Bassi il calcio femminile è sempre stato messo in ombra da quello maschile. Fino a pochi anni fa alcuni commentatori lo definivano “uno spreco dell’erba del campo da gioco”. La prima partita internazionale femminile è stata giocata nel 1956, ma il principale campionato olandese (Eredivisie) è nato solo nel 2007, e questo solo grazie al duro lavoro di Vera Pauw, l’allenatrice della nazionale del tempo. Ancora oggi i mezzi d’informazione ne parlano poco. Le partite trasmesse in televisione sono rare e gli spettatori sono scarsi. La prima volta che la nazionale si è qualificata per un torneo maggiore è stato nel 2009, ai Campionati europei in Finlandia. La squadra ha giocato sorprendentemente bene e molti giornalisti sono accorsi all’ultimo momento per raccontarlo. Le olandesi sono state battute dall’Inghilterra in semifinale dopo aver eliminato la Francia ai quarti.

Quale giocatrice sorprenderà tutti alla coppa del mondo?
Lineth Beerensteyn. Questa giovane attaccante del Bayern Monaco ha giocato bene durante i playoff, quando ha sostituito l’infortunata Miedema, che è comunque rimasta in panchina anche dopo essersi ripresa. Beerensteyn ha segnato tre reti su quattro nella partita contro la Danimarca.

Giocatrici tesserate e budget
La federazione olandese ha circa 160mila calciatrici tesserate, su un totale di 1,2 milioni di praticanti. Il calcio femminile è lo sport che cresce più rapidamente nel paese. Il bilancio della squadra è di circa tre milioni di euro per gli anni in cui è previsto un torneo maggiore, ed è compreso tra i due milioni e i due milioni e mezzo negli altri anni. In questa cifra sono inclusi stipendi, bonus, spese di marketing e per la squadra, viaggi compresi.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo fa parte della serie Calcio femminile dedicata ai Mondiali di calcio femminile in corso in Francia e pubblicata sul Guardian. La serie presenta le 24 squadre qualificate con i contributi di giornalisti ed esperti del rispettivo paese.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it