È in edicola il primo numero di Buckets, la fanzine della Rivista Ufficiale Nba, in collaborazione con L’ultimo uomo. Da qui ad aprile, ogni mese 16 pagine dedicate a un giocatore di culto della lega. La prima uscita è su Steph Curry, campioncino dei Golden State Warriors. Ecco la copertina. Più in basso trovate un estratto del pezzo che ho scritto su Curry e la ricerca del tiro perfetto. Gli altri articoli sono di Mauro Bevacqua, Tim Small e Francesco Pacifico. Progetto grafico e impaginazione di Francesco Poroli. Photo editing di Serena Pezzato.

Il tiro perfetto. O della sua ricerca ossessiva. Finalmente terminata.

Per dire la mia su Wardell Stephen Curry II devo prima parlare di Mark Price e Allan Houston. Devo raccontare la storia della mia ricerca ossessiva del tiro perfetto. Quando ho cominciato a giocare, a metà degli anni novanta, ero ossessionato dai tiratori, o meglio: ero ossessionato dalla tecnica di tiro. Guardavo le partite in TV e a ogni jump shot non seguivo la palla che andava verso il canestro, come le persone normali. Rimanevo fisso sul tiratore, per studiare ogni istante del movimento, dalla ricezione all’atterraggio sul parquet. E in base alla meccanica di tiro giudicavo i giocatori e sceglievo i miei preferiti. Per dire, non mi piaceva il lancio del peso di John Stockton: preferivo la fluidità di Price. Odiavo il rilascio a tenaglia di Reggie Miller: ero innamorato della morbidezza di Houston. Così, quando quindici anni dopo ho visto giocare per la prima volta il figlio di Dell, un ragazzino smilzo con gli occhi di ghiaccio e il sorriso insolente, ho pensato che la ricerca ossessiva fosse finita.

Alessio Marchionna lavora a Internazionale dal 2009. Editor delle pagine delle inchieste, dei ritratti e dell’oroscopo. È su twitter: @alessiomarchio

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