È in edicola il secondo numero di Buckets, la fanzine della Rivista Nba in collaborazione con l’Ultimo Uomo. È dedicato a DeMarcus Cousins, talentuoso e lunatico centro dei Sacramento Kings. C’è anche un mio articolo. Gli altri sono di Mauro Bevacqua, Tim Small e Francesco Pacifico. Disegno grafico di Garner/Sansavini. Photo editing di Serena Pezzato. La copertina e un estratto del mio articolo.
La creatività esplosiva di un giocatore unico
Tiro da tre di Gordon Hayward dall’angolo, sul ferro. Rimbalzo di Chuck Hayes, apertura per il compagno con il numero 15 sulla linea dei tre punti. Un palleggio, due palleggi con la destra. All’altezza dell’altra linea dei tre punti, ad aspettarlo, c’è Jamaal Tinsley – 191 centimetri per 83 chili, playmaker. Da dietro Hayward – 203 centimetri per 93 chili, ala piccola – torna sul numero 15, quasi gli si attacca al braccio per fermarlo. Il numero 15 – 211 centimetri per 132 chili, centro – li salta in scioltezza con un palleggio dietro la schiena, passando in mezzo. Altro palleggio con la sinistra, terzo tempo, sottomano, canestro. La prima giocata che mi viene in mente di DeMarcus Cousins è quel coast to coast contro i Jazz di due anni fa. Ricordo di aver pensato: “un piccolo intrappolato nel corpo di un ragazzone sovradimensionato”. Non tanto per la padronanza del palleggio in contropiede: la cosa che mi stupiva di più era che nel momento in cui Gordon Hayward si alzava per tirare, Big Cous fosse già pronto a prendere l’apertura e a partire in contropiede, segno di un’evidente vocazione da piccolo (certo: il centro che non va a rimbalzo entra senza dubbio nella top 3 delle cose che fanno più incazzare un allenatore, ma questa è un’altra storia).
Alessio Marchionna lavora a Internazionale dal 2009. Editor delle pagine delle inchieste, dei ritratti e dell’oroscopo. È su twitter: @alessiomarchio
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