Akland street, a Melbourne, è un susseguirsi di pasticcerie con le vetrine straripanti di sigari al rum, tronchetti di cioccolata, strudel di ciliegie e biscotti alle mandorle. Enormi meringhe celesti e rosa trafiggono gli occhi con la loro intensità artificiale.

La fine della strada è anche la fine della forma fisica. Un tram a tre carrozze, dipinto di un sobrio rosso bordò, è fermo al capolinea pieno di passeggeri. Che però sono tutti seduti di fronte a tovaglie inamidate. Fantastico! Un tram-ristorante! E si muove anche! Io e gli altri della band siamo emozionatissimi.

Quando scopriamo che bisogna prenotare con un mese di anticipo, l’emozione sparisce e rimane solo un po’ di amaro in bocca. Ripenso al ristorante girevole dove ho mangiato l’ultima volta che sono stato ad Atlanta. La vista era terribilmente spettacolare, ma il cibo era spettacolarmente terribile. I gamberoni sapevano di dado al pesce. Cerco di convincermi che girare per Melbourne su quel tram come se fossimo sull’Orient Express non sarebbe stato poi un granché.

Ci troviamo nel sobborgo di St. Kilda, dove stiamo incidendo. Insieme alla zona di Fitzroy, questo è il quartiere più cool di Melbourne. Le vetrate art déco del ristorante Bigmouth si affacciano sul capolinea, poco distante da lì. Le pareti hanno i colori del caffè locale: bianco flat white – un cappuccino australiano senza schiuma – e nero ristretto. Fino agli anni trenta qui c’era la Oakrood tea house, dove si poteva prendere il tè sugli alberi, seduti su piattaforme costruite tra i rami di una quercia.

Come nella maggior parte dei locali della città, anche qui nel menù c’è una forte presenza greca. Il formaggio saganaki spruzzato di limone sfrigola sulla griglia. Quasi tutti i posti in cui ho mangiato in Australia, tra cui il Bigmouth, non sono né particolarmente eleganti né cari, ma gli ingredienti sono sempre di ottima qualità e vengono accostati con fantasia.

Dadini di lardo cotti nell’olio d’oliva, accompagnati da spicchi di mela fritti e stemperati dal sapore forte del gorgonzola piccante. I tortellini ripieni di pollo e pistacchi sono fatti a mano. Sapori e consistenze delicate, serviti senza troppe cerimonie. Quando torno allo studio di registrazione sono soddisfatto, ma so che quando andrò a letto non potrò fare a meno di pensare a quanto sarebbe stato bello andare in giro per Melbourne in tram, con le tazze di porcellana che tintinnavano mentre sorseggiavo il tè.

Internazionale, numero 632, 9 marzo 2006

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