Il traffico non è più il flusso delle auto, ma il numero di utenti che leggono un articolo su internet. Il traffico determina la popolarità e la permanenza in homepage degli articoli. Venerdì sera a Jaba, a est di Ramallah, il traffico era abbastanza scorrevole: la maggior parte dei coloni non guida durante lo shabbat. Un uomo sulla sessantina che aspettava allo svincolo mi ha fatto un cenno con la mano. Come sapete ho l’abitudine di dare passaggi alla gente. Lo considero un trucco del mestiere per imparare cose nuove. Il mio passeggero veniva dal piccolo campo profughi di Al Ein, a Nablus, in Cisgiordania. Gli ho raccontato che ero appena stata là per fare visita alla famiglia di Sheikh Abu Ali, 74 anni, in custodia amministrativa. 

Sheikh è stato eletto con Hamas alle legislative del 2006, e il suo ordine di custodia viene rinnovato ogni 6 o 4 mesi. Non ho mai scritto un articolo su di lui, per ragioni di traffico.

La famiglia dell’autostoppista è originaria di Rafah, nella Striscia di Gaza. Lui invece è nato a Nablus, ma gli è rimasto l’accento di Gaza. Fino agli anni novanta andava spesso a trovare la famiglia, mentre ora può solo telefonare. In passato ha lavorato in Israele, dove riusciva a entrare senza permessi.

Ora è impossibile, ed è costretto a vendere copie del Corano in giro per la Cisgiordania. La strada era quasi deserta, così l’ho accompagnato fino a Nablus. Grazie al traffico scorrevole sono tornata a casa presto, con la consapevolezza che quella era una storia di vita, senza traffico.

Traduzione di Andrea Sparacino

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