La mia amica A. è una maga dei colori. La casa dove vive è piena di combinazioni di colori abbinate a materiali grezzi, semplici e naturali. In questo momento sono seduta alla scrivania del suo appartamento a Tel Aviv e sto scrivendo un articolo sulla demolizione delle case dei palestinesi in Cis­giordania. Come se non bastasse, la Croce rossa ha deciso di interrompere la consegna di tende ai pastori seminomadi della valle del Giordano che hanno perso la casa (perché l’esercito israeliano continua a confiscare o distruggere le tende).

Secondo Israele, queste case sono state costruite senza i permessi (che i palestinesi non possono chiedere perché il governo israeliano non ha sbloccato la procedura). Nella comunità di pastori di Umm al Jamal, dove il 30 gennaio l’esercito ha demolito 12 case su 13 lasciando 66 persone senza un tetto, un abitante del posto ha chiesto a un soldato: “E ora dove vado?”. Il soldato ha risposto: “Vai a Tubas (un’enclave sotto controllo palestinese)”. In altre parole: la valle del Giordano è israeliana. Così la Croce rossa, dopo essersi consultata con le autorità israeliane, ha fatto sapere che continuerà a inviare solo materassi, cibo e medicinali.

Qualche dato: nell’ultimo anno il numero delle demolizioni nella valle del Giordano è più che raddoppiato (172 case nel 2012, 390 nel 2013). Molte delle comunità coinvolte sono formate da profughi beduini, già espulsi dal Negev, nel sud di Israele, negli anni cinquanta.

Traduzione di Andrea Sparacino

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