Ecco alcuni dei motivi per cui vorrei essere una venditrice di caldarroste in una tranquilla città europea.

  1. Cinque casi di alberi sradicati dall’esercito israeliano in una settimana.

  2. La richiesta di un attivista israeliano di scrivere qualcosa sulla demolizione delle case dei beduini nel Negev, in Israe­le (dato che io mi occupo sistematicamente di quelle in Cisgiordania).

  3. Un piccolo e poverissimo villaggio palestinese (di cui non farò il nome) in cui gli abitanti continuano a litigare tra loro favorendo l’occupazione.

  4. L’archiviazione di un’inchiesta su un attacco compiuto dai coloni. La vittima, un palestinese che collaborava con la polizia, è rimasto ferito a un piede e ha perso il lavoro.

  5. Le storie terribili raccontate da un amico su come vivono le famiglie palestinesi a Gerusalemme Est.

  6. La vita tranquilla che conducono a Gerusalemme Ovest altri miei amici, attivisti contro l’occupazione.

  7. Un alto tribunale israeliano che tollera l’occupazione da parte dei coloni nelle terre palestinesi a sud di Hebron.

  8. La vita in una bolla, a Ramallah.

  9. Un collega che mi fa incazzare con le sue domande arroganti e il suo disinteresse.

  10. La mia incapacità di immaginare quanto possa essere dura la vita nella Striscia di Gaza.

  11. Vivere a settanta chilometri da Gaza e non poter vedere i miei amici.

  12. Le torrette militari e il filo spinato ogni volta che esco di casa.

Traduzione di Andrea Sparacino

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