Finora conosciamo i nomi di 72 abitanti di Gaza che risultano morti o dispersi mentre cercavano di raggiungere l’Europa. Da quando è arrivata la notizia del naufragio, la popolazione di Gaza si è impegnata a fondo per raccogliere informazioni sulla vicenda. I primi dati raccolti dimostrano che non si tratta di un fenomeno isolato. Probabilmente sono migliaia i palestinesi fuggiti dalla Striscia durante l’ultima guerra attraverso i tunnel non ancora distrutti. Da lì hanno raggiunto Alessandria, in Egitto, e si sono imbarcati verso nord, unendosi alla massa dei disperati africani e mediorientali.

Un amico di Hamas mi ha invitato su Facebook a diffidare delle notizie provenienti da “fonti inaffidabili”. Probabilmente si riferiva alle notizie sul naufragio fornite da un’emittente tv legata a Mohammed Dahlan, nemico di Hamas (e del presidente palestinese Abu Mazen). Evidentemente in una società dilaniata dalle fazioni come quella palestinese, la fuga degli abitanti è considerata un insulto nei confronti del partito al potere. Certo, la gente scappa soprattutto dagli orrori dell’offensiva israeliana, ma non solo. Come dimostrano i primi dati, molti profughi sono legati ad Al Fatah. Alcuni miei amici lo sapevano, ma mi hanno volutamente tenuta all’oscuro, forse per evitare di sembrare “non patriottici”.

A quanto pare persone in grado di sopportare la guerra e la povertà entrano in crisi quando si tratta di far valere la libertà di espressione.

Traduzione di Andrea Sparacino

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