Istruzione musicale e doti linguistiche si migliorano a vicenda?
Si sapeva che la formazione musicale può favorire l’apprendimento di una seconda lingua, ma sembra essere vero anche il contrario. Chi parla lingue che usano i toni per esprimere i significati, scrive Plos One, sembra avere un orecchio migliore. Gli scienziati del Baycrest health sciences’ Rotman research institute hanno reclutato un gruppo di musicisti e due gruppi di non musicisti composti da madrelingua inglesi e cantonesi.
Dopo aver sottoposto i volontari a una serie di complessi test musicali e cognitivi, si è visto che i cantonesi erano bravi quasi quanto i musicisti. È molto probabile che i risultati valgano anche per altre lingue tonali, ma non per tutte. Una ricerca precedente, infatti, non aveva rilevato grandi vantaggi musicali per chi sa il mandarino. Forse perché in cantonese, e nelle lingue come il tailandese e lo zulu, i toni seguono uno schema di piani e saliscendi, e somigliano molto di più alla musica. Secondo uno degli autori dello studio, alcune lingue tonali sono sostanzialmente la versione linguistica della musica.
Conclusioni La conoscenza di alcune lingue tonali può preparare il cervello allo studio della musica.
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