Anche se ho una vecchia tessera da pubblicista del 1988 e se continua a capitarmi abbastanza spesso, tra carta e web, di scrivere articoli o post su questo o quell’argomento, credo di non aver mai intervistato nessuno.

Immagino che, se dovessi farlo, mi preoccuperei: una buona intervista è molto più difficile da mettere insieme di un buon articolo, anche se può sembrare che il giornalista lavori di meno. Ovviamente non è così: per fare un’intervista ci vogliono preparazione, sensibilità, esperienza, capacità di mettersi in relazione e di cogliere opportunità.

Un’intervista è uno strano gioco interpersonale, che a volte viene giocato in una

logica win-win e a volte no.

Però chi cerca con Google “come fare un’intervista” trova centinaia di dritte. Invece chi cerca “come rispondere a un’intervista” non trova niente.

È una curiosa lacuna: statisticamente è più probabile trovarsi nei panni dell’intervistato che in quelli del’intervistatore. Provo a rimediare con questo elenco di regole.

1) Sotto sotto, ogni intervista è un negoziato tra le risposte che il giornalista vorrebbe ottenere e quelle che tu preferiresti dargli.

2) Chi ti intervista ha l’obiettivo di portarsi a casa risposte interessanti. Efficaci, inedite o pepate. Se non sai dire niente di efficace, ti toccherà essere pepato.

3) Se sei un politico, rispondere ti tocca. Se sei sotto elezioni o se lavori nello show business ti conviene anche.

4) Comunque, in questi casi, anche il fatto che rifiuti di rispondere è una notizia su cui ricamare. Tienine conto.

5) Se invece non sei una figura pubblica, rispondi solo se hai qualcosa di utile da dire e se dirlo ti sembra importante o ti fa piacere. Se no, chi te lo fa fare? I tuoi amici ti vorranno bene lo stesso.

6) In ogni caso diffida delle domande che contengono una risposta implicita.

7) La tua vita privata sarebbe, appunto, “privata”. Ma se l’hai messa su twitter non lo è più.

8) Non tutto quello che dirai sarà riportato. Qualcosa di quello che dirai sarà interpretato. Più ti contraddici o divaghi, più spazio lasci all’interpretazione.

9) Se ti intervistano per un giornale e parli di cose complicate, puoi chiedere di vedere i virgolettati. Sbrigati a farlo, però. E ricordati che cambiare tutto quello che hai detto non vale.

10) Se ti intervistano in diretta radio o tv, di solito puoi sapere prima le domande o almeno l’argomento. Fai mente locale ma non imparare a memoria le risposte, sennò sembri un robot.

11) Non addormentarti mentre stai lì impalato ad aspettare perché il conduttore sta parlando da mezz’ora con qualcun altro.

12) Incrocia le dita se l’intervista radio o tv non è in diretta e sarà montata, specie se ti dicono che le domande saranno tagliate. E sì, anche parte delle tue risposte sarà tagliata. Stai tenendo le dita incrociate, vero?

13) È difficile dare risposte intelligenti a domande stupide. Però dare risposte stupide è stupido.

14) Non rispondere a una domanda con un’altra domanda se non vuoi sembrare il rabbino della barzelletta, quello che al tizio che gli chiede perché risponde sempre a una domanda con una domanda risponde: “E tu, perché mi fai questa domanda?”.

15) Se continuano a farti la stessa domanda, vuol dire che non hai risposto. Se proprio vuoi sfilarti, prova la tecnica del rabbino.

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