Come stanno andando i vostri propositi per il nuovo anno? Si tratta forse di un argomento dolente. Di solito i propositi falliscono, a volte anche nei primi mesi dell’anno (uno studio ha rilevato che la metà naufraga dopo tre mesi), quindi è probabile che anche i vostri siano falliti. In tal caso, non sentitevi in colpa! È chiaro che siete in buona compagnia.

Se i vostri propositi sono diventati una statistica, vi suggerisco un nuovo approccio per il resto dell’anno: create una lista di antipropositi. Si tratta di cose che volete evitare di fare quest’anno, come per esempio passare del tempo con determinate persone che non fanno emergere il meglio di voi, oppure andare in posti che non vi piacciono. Potrebbe sembrare un po’ troppo, come dire, negativo, ma in realtà si tratta di un approccio al miglioramento della vita basato su un antico concetto filosofico noto come via negativa.

Questa via negativa è stata resa popolare da due antichi trattati cristiani scritti presumibilmente da Dionigi l’Areopagita, un teologo del quinto o sesto secolo. Dionigi scrisse che dio non poteva essere descritto con nessuna idea o nome terreno, e che poteva essere conosciuto solo contemplando ciò che egli non è. Questo paradosso compare anche nelle opere di Tommaso d’Aquino, che nella sua Summa theologiae del tredicesimo secolo sostiene che chi pensa di capire dio, in realtà non lo capisce.

Una versione laica
È una cosa che crea una qualche confusione, lo so. Ma seguite il mio ragionamento. La via negativa, in sostanza, consiste nel riconoscere che quando non si sa quale sia la cosa giusta da fare, ci si può concentrare su quella che sappiamo di voler evitare. Se vi sentite bloccati, per esempio nel lavoro o in una relazione, ma non sapete esattamente come migliorare le cose, la via negativa potrebbe essere proprio ciò di cui avete bisogno.

Le persone usano abitualmente una versione laica della via negativa senza rendersene conto. Per esempio, dopo un fine settimana al mare con la famiglia, è probabile che ci trovi a elencare gli aspetti spiacevoli più di quelli piacevoli, anche se nel complesso il viaggio è andato bene.

La conoscenza sottrattiva in pratica garantisce un vero miglioramento, mentre quella additiva è spesso solo un’ipotesi

Questo non significa (necessariamente) essere una persona negativa. Tutti hanno quello che gli psicologi chiamano “pregiudizio di negatività”, una propensione a notare i dettagli che non piacciono rispetto a quelli che piacciono in qualsiasi situazione. Questo pregiudizio si è probabilmente evoluto negli esseri umani per istinto di protezione: in passato, non accorgersi di una potenziale minaccia (per esempio, una faccia arrabbiata) poteva costare la vita, mentre non accorgersi di una piccola gioia (per esempio, il dolce sorriso di qualcuno) non era così rischioso.

Il pregiudizio di negatività aiuta anche a spiegare quello che alcuni psicologi hanno chiamato “proporzione di positività”: per classificare un’esperienza come positiva, in genere deve averci fatto provare più emozioni positive che negative.
Il pregiudizio di negatività può sembrare spiacevole, ma è estremamente utile se lo sfruttiamo adeguatamente usando la via negativa. Come sostiene il matematico Nassim Nicholas Taleb nel suo Antifragile. Prosperare nel disordine, la via negativa ci fornisce una “conoscenza sottrattiva” specifica e mirata che, se prestiamo attenzione, può migliorare concretamente la nostra situazione.

Prendiamo il weekend al mare. Quando tornerete a casa, avrete un elenco di cose vissute e potrete facilmente nominare quelle che non vi sono piaciute e che non volete ripetere la prossima volta (per esempio, portare con voi una determinata persona). Al contrario, le cose che potreste aggiungere (un ospite diverso, che sperate si comporti bene) sono ipotetiche. La conoscenza sottrattiva in pratica garantisce un vero miglioramento, mentre quella additiva è spesso solo un’ipotesi.

Lista di salvataggio
Per usare la via negativa, cominciate a fare una lista di cose da non fare da affiancare a quella delle cose da fare. Elencate le vostre abitudini o i vostri obblighi, anche se vi abbassano il morale. Forse deciderete di evitare alcune amicizie tossiche. Forse cancellerete i vostri profili sui social media perché vi rubano tempo e vi fanno sentire soli.

Questa strategia funziona in molte situazioni. Data la natura delle mie ricerche, tante persone mi contattano per avere consigli sulla pensione e io comincio sempre con la via negativa. Gli chiedo di elencare le parti della loro vita professionale e sociale che amano di meno. Tante di loro soffrono perché sentono di essere sempre di corsa: non possono prendersi il tempo necessario per una conversazione, per il pranzo o per la palestra, mentre gli impegni incombono. Poi gli chiedo di immaginare una routine quotidiana e settimanale senza questi impegni. La pensione, gli dico, non significa inattività; significa semplicemente liberarsi delle parti del proprio programma che impediscono di soffermarsi sulle cose che vi piacciono di più. I migliori piani per la pensione cominciano con un elenco di cose da non fare, che porta a un alleggerimento del vostro programma e forse all’aumento della vostra felicità, senza aggiungere alcuna noia.

La via negativa è utile anche per ravvivare una storia d’amore che non sta andando molto bene

Allo stesso modo, quando parlo con studenti o amici che hanno appena chiuso una brutta relazione, molti di loro mi chiedono come evitare di commettere gli errori che hanno portato alla recente rottura. La risposta è la via negativa. Dopo la fine di una relazione, scrivete un elenco di tutti gli aspetti della vostra storia d’amore che sono stati problematici e che dovreste evitare in futuro, se possibile. Siate molto specifici, per esempio con frasi come “non prendere un animale domestico insieme” o “non trasferirsi nel suo furgone”. Assicuratevi di consultare la vostra lista di cose da non fare quando ricomincerete a frequentare qualcuno, in modo che la vampata neurochimica del nuovo amore non travolga il pregiudizio negativo del vostro cervello.

La via negativa è utile anche per ravvivare una storia d’amore esistente e che non sta andando molto bene. Se questo è il caso vostro e della persona che amate, sedetevi insieme e chiedetevi: “Cosa stiamo facendo che ci rende infelici?”. Poi decidete insieme di eliminare le scorie che danneggiano la vostra relazione e di trovarne una migliore rimanendo nel vostro vecchio guscio.

La via negativa può risolvere molti problemi pratici. Ma, fatto ancora più importante, ha il potenziale per darci una conoscenza di noi stessi che non possiamo ottenere in nessun altro modo. Molte tradizioni insegnano che in ognuno di noi c’è un vero sé che è difficile da vedere chiaramente. L’induismo, per esempio, propone il concetto di atman, che è il vero sé. Questo, però, è difficile da comprendere perché è oscurato dall’upādāna – attaccamento – sotto forma di vanità, fronzoli e distrazioni. Per esempio, se vi presentate agli altri parlando sempre di lavoro, state offrendo un simulacro di voi stessi, non il vostro vero essere, e probabilmente lo fate anche nella vostra mente, il che porta a un vuoto spirituale.

La soluzione non è cercare di vedere attraverso la nube dei vostri accessori, ma piuttosto intraprendere un processo racchiuso nell’espressione sanscrita neti-neti, che significa “non questo, non questo”. Il punto è eliminare le cose che non sono veramente voi – la vostra carriera, il vostro denaro, il vostro aspetto, il vostro seguito sui social network. Mettete per iscritto gli elementi di questa lista. Ogni giorno, recitate tutte le cose che non siete, dicendo per esempio “io non sono il mio titolo professionale”. Potreste scoprire che questa via negativa vi ha permesso di conoscere voi stessi.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Questo articolo è uscito su The Atlantic.

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