È carnevale. Tempo di maschere. E ora ce lo dicono anche in faccia: quella della missione umanitaria in Iraq era una mascherata. “Basta con l’ipocrisia dell’intervento umanitario. (…) Abbiamo dovuto mascherare Antica Babilonia come operazione umanitaria perché altrimenti dal Colle non sarebbe mai arrivato il via libera”.
A dirlo non è un caporale ubriaco ma un pezzo grosso del parlamento e della maggioranza, il presidente della commissione esteri della camera.
Una mascherata? Ma siamo matti? È una mascherata che è costata la pelle a dodici iracheni, tra cui alcuni civili disarmati, ammazzati dai nostri “costruttori di pace”, e a venti militari italiani, mandati a morire con equipaggiamento di pace in mezzo a una guerra furiosa. Da bravi pubblicitari si sono perfino inventati il “mitragliere di pace”. Che pace vuoi fare se il tuo mestiere è il mitragliere? Qualcuno, con le idee confuse sulla pace e la guerra, lo ha chiamato “costruttore di pace”.
Anche a quel povero monsignore hanno fatto fare una figuraccia. Avrebbero potuto avvertirlo che avevano appena detto “basta con l’ipocrisia dell’intervento umanitario”. In qualunque paese europeo se un alto esponente della maggioranza confessasse di aver portato il paese in una guerra di aggressione solo perché il governo è riuscito a imbrogliare il presidente e i cittadini, almeno mezzo parlamento e tre quarti dei media ne chiederebbero le dimissioni. Da noi invece è come se avesse fatto un commento del lunedì a una partita di calcio.
Forse dovremmo fare anche noi come in Iraq: andare alle elezioni tenendo segreti i nomi dei candidati. Non si sa mai. Conoscendo chi si vota si possono fare brutte scoperte. Del resto da noi milioni d’elettori hanno mandato in parlamento e al governo una cinquantina tra pregiudicati, fuorilegge prescritti, patteggiati, imputati o indagati e quasi un centinaio dei loro avvocati. A cosa serve allora conoscere i candidati?
Forse bisognerebbe tenere segreti non solo i nomi ma anche le parole dei candidati poi andati al governo. Per due motivi. Primo: gli altri europei smetterebbero di ridere di noi. Secondo: qui nessuno più chiede conto ai governanti delle loro parole; quindi ogni volta si sentono in diritto di dire qualunque idiozia o volgarità, sapendo che non devono rispondere più di niente.
Vi ricordate? “Purtroppo Buttiglione ha perso. Povera Europa: i culattoni sono in maggioranza”. Non è una frase sul muro della latrina di una caserma. È un comunicato ufficiale di un ministro, su carta intestata della Repubblica e sulla homepage del governo. L’indomani la foto e il testo del ministro italiano erano sulla prima pagina dei maggiori quotidiani europei. Dimissioni? Scuse ai parlamentari europei? Macché. Secondo comunicato del ministro: si vanta di aver scritto quegli insulti “con spirito goliardico”.
Allegria! Uno dice di aver fatto una mascherata, quell’altro una goliardata. E nessuno chiede a questi pagliacci di rispondere di quello che scrivono e di farsi da parte. Basta leggere qualunque giornale europeo per sapere che gli invasori dell’Iraq lo hanno ridotto a un inferno, peggiore di quello di Saddam. A quasi due anni dalla “liberazione” e dalla “fine della guerra”, questa miete ogni giorno decine di vittime.
Quasi metà della popolazione vive in province controllate dalla guerriglia. Una scuola su tre è stata distrutta, acqua ed elettricità sono razionate, per la benzina bisogna fare lunghe code. Il patrimonio archeologico è stato saccheggiato, gli archeologi del British Museum denunciano che il sito di Babilonia è stato devastato dai cingoli e dalle ruspe degli eserciti occupanti; truppe e carri armati stranieri hanno cannoneggiato cimiteri e moschee, alcuni giornalisti non filostatunitensi sono stati uccisi, la tv Al Jazeera chiusa, introdotta la pena di morte.
Human rights watch denuncia che nelle carceri irachene la tortura – anche di bambini – è sistematica; in quelle statunitensi e britanniche è stata uno scandalo. E noi italiani, grazie alla mascherata di cui parlano gli uomini del governo, abbiamo mandato i nostri soldati a morire per dare man forte in questa porcheria.
Dentifrici e pannolini
Vedete cosa succede a mettere il paese nelle mani dei pubblicitari? Nel 1993, un anno prima che annunciassero l’inizio del loro progetto politico, lo dissi in cinquanta città: “Attenzione. Mastrolindo è più pericoloso di Craxi”.
Ora però Mastrolindo e i suoi pubblicitari esagerano. È gente competente e capace. Sanno fare la fortuna di un pannolino, di un dentifricio, di un assorbente per signore, di un cibo per gatti, di un rotolone di carta igienica. Ma non quella di un paese. Questi stanno mandando l’economia e lo stato in rovina e i nostri soldati a morire male armati in una guerra fuorilegge. E hanno la faccia tosta di parlarci di mascherate e di goliardate. Con i pubblicitari al governo mi aspettavo di tutto. Ma che arrivassero a questo no. Chiediamogli di smetterla e di tornare ai dentifrici e ai pannolini.
Questo testo è tratto dallo spettacolo beppegrillo.it
Internazionale, numero 576, 4 febbraio 2005
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