Per François Hollande è arrivato il momento di concentrarsi sul mondo esterno. Giovedì mattina il presidente ha ricevuto gli ambasciatori francesi riuniti a Parigi per la loro conferenza annuale e ha spiegato di essere favorevole alla partecipazione dell’Iran ma non della Siria al vertice internazionale sull’Iraq che vuole organizzare al più presto, e intanto si prepara ad affrontare un fine settimana dedicato alle questioni europee.

Sabato Hollande parlerà ai capofila dei partiti di sinistra al potere nei paesi dell’Unione, per poi passare al Consiglio europeo, l’assemblea dei capi di stato e di governo durante la quale si assegneranno gli incarichi di presidente del consiglio e di capo della diplomazia europea. Ormai queste concertazioni tra le grandi famiglie politiche paneuropee hanno la stessa importanza delle abituali trattative tra gli stati. Destra, sinistra, liberali e verdi compongono uno scacchiere politico europeo che si va sempre più delineando, e questa definizione del panorama politico è tanto più sorprendente considerando il numero di governi di coalizione attivi oggi in Europa e il fatto che gli esponenti di un governo nazionale preparano i vertici europei in ordine sparso a partire da posizioni politiche diverse.

La settimana scorsa Angela Merkel si è recata a Madrid per trovare un’intesa con il governo conservatore spagnolo, mentre il vicecancelliere socialdemocratico Sigmar Gabriel sarà presente a Parigi per la riunione della sinistra. Il funzionamento dell’Unione assume connotati sempre più politici, e mentre gli incarichi vengono assegnati in base a dinamiche di natura più politica che statale le grandi famiglie paneuropee definiscono l’orientamento dell’Unione tanto quanto i governi nazionali.

Nonostante sia ancora minoritaria, la sinistra sta diventando il primo motore delle politiche europee. In Europa la sinistra aveva tre obiettivi: il taglio del costo del denaro da parte della Banca centrale europea per facilitare le esportazioni, un programma di investimenti comune nelle infrastrutture e nelle industrie del futuro per rilanciare la crescita e l’allentamento dell’austerità per impedire che i tagli alla spesa ostacolino eccessivamente l’attività economica.

Sul terzo punto la sinistra deve ancora convincere la maggioranza di destra al comando dell’Unione, ma resta il fatto che la Bce ha tagliato il costo dell’euro (e dovrebbe continuare a farlo) e la situazione degli investimenti europei comincia a muoversi. Non soltanto il nuovo presidente della commissione ha sposato l’idea, ma il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble sembra essere convinto dal nuovo corso e oggi potrebbe manifestare il suo sostegno davanti agli imprenditori francesi. A causa della minaccia della deflazione il panorama europeo sta cambiando, anche grazie alla sorprendente serenità di François Hollande.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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