Ancora non c’è nulla di certo, ma esiste la possibilità concreta che nella giornata del 5 settembre Ucraina e Russia accettino un cessate il fuoco in Ucraina orientale. In questo modo la Russia potrebbe rinviare o quantomeno limitare le nuove sanzioni economiche occidentali, mentre l’Ucraina potrebbe riprendere fiato in un momento in cui il suo esercito incassa una sconfitta dopo l’altra.

Nelle prossime ore potrebbe arrivare la firma di una tregua, ma anche se così fosse non saremmo comunque davanti a una soluzione reale del conflitto. Tregua o meno, Vladimir Putin potrebbe continuare a costruire un protettorato in Ucraina orientale dopo l’annessione della Crimea. Lo smembramento del paese non si fermerebbe, e la Russia non avrebbe alcuna certezza di non ritrovarsi la Nato alle sue frontiere, perché più il Cremlino assorbirà pezzi dell’Ucraina e più concreta sarà la possibilità che ciò che resta del paese entri nell’Alleanza atlantica.

La crisi intanto si fa sempre più inquietante. C’è bisogno di una vera soluzione, che a questo punto deve passare necessariamente per uno scambio reciproco di garanzie.

In cambio del ritiro dal territorio ucraino, della fine della fornitura di armi ai ribelli e della presenza di forze internazionali alla frontiera per controllare il rispetto degli accordi, la Russia potrebbe ottenere la garanzia formale che l’Ucraina non entrerà nella Nato. A questa rassicurazione dovrebbe aggiungersi una federazione dell’Ucraina, che renderebbe impossibile l’ingresso di Kiev in qualsiasi alleanza militare senza il consenso di tutte le regioni.

Un’evoluzione di questo tipo rispetterebbe gli interessi di tutte le parti in causa. L’Ucraina potrebbe uscire dalla guerra, conservare le sue frontiere e avviare il processo di ricostruzione. Gli occidentali non avrebbero più bisogno di colpire la Russia con sanzioni economiche che frenano la crescita dell’Europa e mettono a repentaglio l’approvvigionamento energetico di molti paesi. Inoltre non ci sarebbe più bisogno di un avvicinamento tra l’Ucraina e la Nato, un’eventualità che gli occidentali non gradiscono perché significherebbe rischiare una guerra con la Russia per difendere Kiev. Quanto a Mosca, non dovrebbe più temere un allargamento dell’Alleanza atlantica fino alle sue frontiere, uno sviluppo a cui si oppone legittimamente come farebbero gli Stati Uniti se il Messico dovesse entrare in un’alleanza militare dominata dalla Russia.

Sarebbe una scelta sensata. Gli occidentali avrebbero tutto l’interesse a proporla in vista di un possibile accordo di cooperazione tra le due Europe che impedirebbe a Putin di sognare la ricostituzione dell’impero russo e di cementare il suo potere sfruttando un ipotetico pericolo per il futuro della patria.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it