In una sola giornata si sono manifestate tutte le forze e le debolezze dell’Unione europea. Mercoledì all’alba abbiamo scoperto che l’ennesimo barcone carico di rifugiati si è inabissato lo scorso fine settimana nel Mediterraneo. Bilancio: 400 morti, che si aggiungono alle cinquecento vittime dall’inizio dell’anno e alle 3.500 dell’anno scorso.
Al largo delle coste europee, il Mediterraneo è diventato un cimitero senza che l’Unione faccia niente di concreto per mettere fine a questo abominio. Durante la giornata di mercoledì, però, la Commissione europea è anche passata all’offensiva contro Google e il suo abuso di posizione dominante, sfidando un’azienda con un giro d’affari di 62 miliardi all’anno e preparandosi a piegarla al suo volere.
L’Unione non può nulla nel Mediterraneo, perché per arrestare il flusso di rifugiati dovrebbe fermare le guerre da cui fuggono (o quanto meno ridurne il numero e l’intensità) e soprattutto ristabilire un minimo di ordine in Libia, paese da cui gli scafisti fanno partire la maggior parte dei profughi. Il problema principale è che l’Unione non ha un esercito comune. Solo Francia e Regno Unito possono contare su una forza militare nazionale degna di questo nome, e tra le due solo Parigi è disposta a impiegare i suoi soldati all’estero.
Non solo non esiste una difesa europea, ma in termini di politica estera comune l’Unione ha un apparato diplomatico giovane e largamente inefficace, perché per avere una vera diplomazia comune ci vorrebbe un governo unico, uno sviluppo che l’Europa continuerà ad attendere a lungo.
L’Unione è incapace di avere un ruolo di primo piano nelle crisi mediorientali e di intervenire in Libia. Allo stesso tempo gli europei non vogliono aprire le loro frontiere ai rifugiati provocando un aumento esponenziale dei disperati che decidono di prendere il mare, quindi si limitano a lasciarli morire decidendo coscientemente di non dotarsi dei mezzi necessari per mettere in atto vere operazioni di salvataggio, nella speranza (per il momento vana) di scoraggiare gli aspiranti rifugiati. In questo ambito l’Unione non è altro che una potenza impotente.
Ma passiamo a Google. Pur non essendo una forza diplomatica e militare, l’Unione rappresenta comunque un mercato di più di 500 milioni di persone. L’Europa ha le sue regole sul rispetto della concorrenza, strumento formidabile nella lotta contro i monopoli e i loro abusi, e dunque ha la possibilità di imporre sanzioni pesantissime alle aziende che infrangono le sue regole e in ultima istanza può bloccarne l’attività su un mercato a cui non possono permettersi di rinunciare.
È per questo che un colosso come Google dovrà piegarsi al volere dell’Unione, esattamente come hanno fatto altri giganti in passato. L’Europa unita è in grado di affrontare le multinazionali davanti alle quali i singoli stati sarebbero impotenti, e in questo è chiaramente una grande potenza ben equipaggiata per difendere i suoi interessi collettivi. L’Unione europea, in sintesi, è tanto forte nel campo economico quanto impotente sulla scena internazionale.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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