Non è una sorpresa, perché ce lo aspettavamo e da diversi giorni la cancelliera lo aveva lasciato intendere. Eppure la dichiarazione con cui la sera del 20 novembre Angela Merkel ha annunciato che proverà a ottenere un quarto mandato è un fatto politico di grande importanza.

Se vincerà, eventualità non scontata ma probabile, la cancelliera potrebbe diventare una figura fondamentale sulla scena internazionale. Merkel diventerebbe la più longeva dei leader politici occidentali, l’incarnazione di una potenza economica di primo piano e la leader del paese più importante e più influente dell’Unione europea, perché il Regno Unito ha deciso di uscire dall’Europa e la Francia, a prescindere dal risultato delle prossime presidenziali, avrà bisogno di molti anni per rimettersi in sesto. Angela Merkel potrebbe confermarsi come faro dell’Europa anche perché ha posizioni politiche chiare e la forza per difenderle.

La cancelliera tedesca ritiene che l’ascesa dell’estrema destra europea e l’elezione di Donald Trump come prossimo presidente degli Stati Uniti rappresentino un grave pericolo per la democrazia, come ha ribadito subito dopo le elezioni statunitensi. Da tempo Merkel mette in guardia contro l’avanzata della nuova estrema destra, e il 20 novembre si è preoccupata di inserire l’annuncio della sua candidatura nel contesto della demagogia imperante e della necessità di combattere “l’odio” nei confronti dell’altro e di difendere i valori di “democrazia”, “libertà” e “stato di diritto”.

Un ruolo storico
Figlia di un pastore, nata e cresciuta nella Germania orientale comunista, Merkel – “l’antiTrump”, come l’ha definita ieri uno dei suoi alleati – potrebbe opporre all’estremismo la forza delle sue convinzioni, la potenza tedesca e le tradizioni della democrazia cristiana. Ma non è tutto.

La cancelliera è decisa ad affrontare anche Vladimir Putin, l’amico russo di Donald Trump e dell’estrema destra, di cui osserva con inquietudine il comportamento in Ucraina, in Siria e anche in Russia. Adesso che il presidente eletto degli Stati Uniti mette in dubbio la solidarietà dell’America nei confronti degli altri paesi dell’Alleanza atlantica, questa scelta trasforma Angela Merkel nel baluardo degli stati nati dalla caduta del blocco sovietico. Merkel potrebbe convincerli a sostenere la creazione di una difesa europea, sempre più indispensabile, richiesta da Parigi e Berlino all’unisono e tappa fondamentale per la rinascita dell’Unione.

Se Merkel vincerà le elezioni in programma tra dieci mesi avrà la possibilità di ricoprire un ruolo storico, ma per farlo avrà bisogno di uscire dalla trappola della politica di rigore europea che è ormai il grande problema del vecchio continente.

Se la cancelliera accetterà di fare un passo indietro rispetto alla pretesa di ridurre il deficit europeo rischia di scatenare la rivolta della corrente più ortodossa del suo partito. Se invece rifiuterà di farlo, alimenterà l’avanzata degli estremisti e un un’ostilità crescente contro la Germania che potrebbe colpirla in pieno.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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