Fare un pronostico sarebbe azzardato. Gli istituti di sondaggio britannici si sono sbagliati così spesso che non è possibile in alcun modo prevedere quale sarà il risultato delle legislative britanniche dell’8 giugno.
L’unica certezza è che, partiti con un grande distacco dai conservatori e dati per sconfitti da tutti, i laburisti sono in rimonta e con uno scarto minimo, dunque hanno una possibilità concreta di vincere. Staremo a vedere, avremo la risposta tra 48 ore.
Ma a prescindere dall’esito delle elezioni, con la conferma o meno della maggioranza conservatrice, il Regno Unito è un paese inquieto, per quattro motivi.
Accuse che colgono nel segno
Il più recente è la moltiplicazione degli attentati jihadisti sul suo territorio, tre negli ultimi tre mesi. I britannici hanno sangue freddo e lo hanno dimostrato, ma quando è troppo è troppo. Oltre a mettere in dubbio un modello comunitarista di cui andavano fieri, ora i cittadini del regno accusano i conservatori e soprattutto Theresa May, la premier ed ex ministra dell’interno, di aver operato tagli selvaggi al numero di poliziotti in nome dell’austerità di bilancio.
Il leader laburista Jeremy Corbyn non smette di ricordarlo. Il suo attacco funziona perché è giustificato e perché, più in generale, sta emergendo nell’opinione pubblica un rifiuto dei tagli alla spesa pubblica e dunque dei conservatori che ne sono paladini.
Questo è il secondo motivo del cambiamento nell’opinione pubblica e del successo della campagna di Corbyn, che ha criticato soprattutto il degrado del sistema sanitario britannico. Anche in questo caso le sue accuse hanno colto nel segno, tanto più che May aveva suscitato una levata di scudi proponendo che gli anziani con proprietà (compresa la casa) di valore superiore alle centomila sterline debbano pagarsi le cure sanitarie. May ha dovuto fare marcia indietro, ma ormai i britannici si chiedono se la loro protezione sociale sarà garantita e se il paese non stia andando verso il modello statunitense.
Se i britannici vogliono continuare ad avere accesso al mercato unico, dovranno accettare regole comuni
In tutto questo non possiamo dimenticare la Brexit, perché perfino i sostenitori dell’uscita dall’Unione europea hanno finalmente capito che non possono avere quadratura del cerchio. Se dopo aver lasciato l’Unione i britannici vogliono continuare ad avere accesso al mercato unico, dovranno accettare regole comuni, su cui non avranno più voce in capitolo, e il mantenimento del principio di libera circolazione, ovvero della libertà per gli altri cittadini europei di stabilirsi nel loro paese.
La Brexit non è più considerata la soluzione a tutti i mali e i suoi sostenitori sono ormai divisi tra quelli che vorrebbero un compromesso con l’Unione e quelli che lo rifiutano a priori, come May.
L’opinione pubblica è inquieta, e intanto gli scozzesi minacciano di dichiarare la loro indipendenza in caso di Brexit nella forma più rigida. Anche se Theresa May dovesse conservare una maggioranza (e non è affatto escluso) il Regno Unito dovrà comunque affrontare dibattiti faticosi e grandi divisioni.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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