È un grido di indignazione e d’orrore quello lanciato il 14 novembre dall’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, il giordano Zeid Ra’ad al Hussein, dopo che i suoi inviati hanno visitato il campo libico dove sono detenuti i migranti diretti in Europa. Ma parliamo di questi campi.

Sono molto aumentati negli ultimi tempi, in particolare da quando i paesi europei sono riusciti a frenare il flusso dei profughi e dei migranti economici verso la Grecia raggiungendo un’intesa con la Turchia. In cambio di un contributo finanziario dei paesi europei per la permanenza dei migranti sul suo territorio, la Turchia ha accettato di impedirne il passaggio verso le isole greche, ovvero verso l’Unione europea.

Secondo l’accordo, i migranti dovrebbero ricevere un trattamento decente in Turchia e il numero di persone annegate si è considerevolmente ridotto. Peccato che una volta chiusa la rotta tra la Turchia e la Grecia, i trafficanti hanno ricominciato a proporre ai migranti di transitare soprattutto per la Libia, naturalmente dietro lauto compenso.

Politica inumana
La rotta libica è diventata un’autostrada. Gli sbarchi in Italia si sono impennati e le autorità italiane, immediatamente seguite da tutti i paesi dell’Unione europea, hanno deciso di affidarsi alla guardia costiera libica per impedire ai migranti di salpare verso l’Europa.

Gli italiani avevano le loro ragioni, dato che così hanno evitato nuovi naufragi, e hanno chiuso le frontiere europee ai migranti economici che non hanno diritto d’asilo. Ma il problema è che in questo modo i rifugiati politici non possono più chiedere l’asilo a cui avrebbero diritto. E tutti questi disperati si trovano alla mercé degli uomini della guardia costiera libica, che intascando il denaro degli europei si comportano da criminali.

Nei campi che i libici hanno creato per bloccare i migranti non esiste alcuna assistenza medica, si continua a morire di fame e i secondini stuprano regolarmente le donne e picchiano i profughi senza alcun motivo. “La politica dell’Unione europea consistente nell’aiutare la guardia costiera libica a intercettare i migranti è inumana”, ha dichiarato ieri l’alto commissario delle Nazioni Unite.

“La sofferenza di questi detenuti è un insulto alla coscienza dell’umanità”, ha aggiunto parlando delle “migliaia di uomini, donne e bambini affamati e traumatizzati, ammassati uno addosso all’altro e privati di qualsiasi dignità”. Non esiste una soluzione facile a questa ondata migratoria, ma quanto sta accadendo in Libia anche grazie al denaro europeo è inaccettabile e vergognoso.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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