Il New Yorker ha lanciato oggi Strongbox, uno strumento per raccogliere materiale anonimo in formato open source, creato in collaborazione con l’hacker Aaron Swartz.

Il progetto vuole rendere più semplice il lavoro dei giornalisti e il contatto con le fonti anonime. Attraverso il software Tor, chiunque può inviare documenti e materiali sensibili alla redazione, usando una specie di “canale Wikileaks” interno.

L’indirizzo ip della fonte non viene rintracciato, ma a ogni utente viene assegnato un codice. Se un giornalista vuole contattare l’anonimo suggeritore, può farlo inviando un messaggio a quel numero di codice. La fonte riceve una notifica attraverso Strongbox e a quel punto può decidere se parlare con il giornalista.

In questo post Kevin Poulsen, giornalista investigativo di Wired, racconta il coinvolgimento di Swartz nel progetto, partito due anni fa con la richiesta di realizzare una casella di posta elettronica che garantisse l’anonimato del mittente. Il progetto era già pronto nel dicembre 2012, ma il suicidio dell’attivista nel gennaio 2013 e le procedure per la riattribuzione della paternità del codice di programmazione ne hanno ritardato il lancio.

Strongbox non è il primo tentativo di creare una casella elettronica per consigli anonimi da parte dei lettori, scrive Peter Kafka su AllThingsDigital. Ci aveva provato il Wall Street Journal nel maggio 2011 con SafeHouse, ma un mese dopo alcuni esperti di sicurezza informatica avevano trovato delle falle nel sistema, che mettevano a rischio l’intero sito internet. (dc)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it