I creativi e i direttori artistici dell’universo della pubblicità s’ispirano continuamente alle opere d’arte. Spesso rasentano il plagio o la copia. A volte finiscono davanti a un giudice. Ora queste traversie sembrano interessare anche un altro campo.
A un anno dalla causa intentata dall’artista Orlan contro Lady Gaga, stavolta è lo statunitense James Clar, noto per le sue opere al neon (a cimentarsi con le quali non è né il primo né l’unico), ad attaccare la cantante Rihanna. Per il suo videoclip Rockstar 101, la cantante si sarebbe spudoratamente appropriata dell’installazione di Clar
You and me. Certo, tutto si può imitare, anche se, in un’epoca in cui l’arte è contraddistinta dall’appropriazione, dal riciclaggio, dalla rilettura, è difficile stabilire dei confini, senza contare che internet ha rimescolato le carte in merito al diritto d’autore.
È interessante notare che il processo tra i due artisti statunitensi – la cifra domandata è 4,9 milioni di euro – ha luogo a Parigi, visto che la legge francese protegge gli artisti meglio di quella americana. Tanto per rinfrescarsi la memoria: nel 2011 David LaChapelle aveva citato in giudizio la stessa Rihanna, rea di aver copiato diverse sue fotografie nel videoclip di S&M. La causa si è chiusa con il patteggiamento di una somma non divulgata. E se fosse solo una questione di soldi?
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