I miei figli, che frequentano una scuola elementare in tedesco in Alto Adige, ci hanno chiesto cosa significa “bunga bunga”. Qualche idea su come rispondere? –Fabio

C’era una volta un paese lontano e bizzarro di nome Italia. Al contrario dell’Alto Adige, in Italia andava tutto storto: auto bloccate nel traffico, file interminabili alla posta ed elezioni vinte sempre da un orco viscido e gelatinoso di nome Berlù. Quando non era occupato a emanare leggi che lo rendessero sempre più ricco e potente, l’orco Berlù organizzava festini con le fate del bosco.

Grazie al suo portafogli magico, l’orco faceva apparire soldi, gioielli e perfino delle case intere per convincere le fatine più deboli a giocare al bunga bunga. Questo gioco era vietato in tutto il reame ma l’orco Berlù, con l’aiuto della bella e perfida strega Minetta, superava tutti i divieti: così, nelle notti del bunga bunga, fatine nude e ubriache ballavano sui tavoli, abbracciavano l’orco gelatinoso come fosse un bellissimo principe e lo facevano ridere mascherate da maestre o infermierine.

L’unica arma per annientare l’orco Berlù era la scheda elettorale, un magico pezzetto di carta con cui il popolo poteva decidere chi doveva diventare re. Gran parte degli italiani, però, dormiva un sonno profondo, frutto di un incantesimo che loro stessi si erano gettati addosso. Ma d’altronde l’Italia era un paese lontano e bizzarro, dove niente andava mai per il verso giusto.

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