Ritengo fondamentale parlare apertamente dell’adozione di mio figlio ma sono stufa delle domande sulla sua prima infanzia, soprattutto quando mi chiedono della “vera madre”. Esiste una risposta secca e gentile per tagliare corto? –Antonella

Succedeva anche a noi. Quando siamo diventati papà grazie alla gestazione per altri, subivamo ogni tipo di domanda: quanto è costato? Di chi era il seme? E la madre ha allattato? “La madre?”, rispondevo io con un sorriso interrogativo.

“Intendi la donna che ha portato avanti la gravidanza? O quella che ci ha donato gli ovuli? In casa nostra ci sono due padri, i genitori siamo noi, mentre loro sono due donne fantastiche che ci hanno aiutato”. Con lo stesso sorriso, tu puoi rispondere: “La vera madre di mio figlio sono io. Forse vuoi dire la madre biologica?”. Le parole sono importanti e le persone, anche quelle con le migliori intenzioni, vanno educate.

A doverlo fare sono quelli come voi e noi che, a differenza di altri, abbiamo avuto la fortuna di diventare genitori nonostante le difficoltà. Io ho aggirato le domande indelicate scrivendo un libro, raccontando la nostra storia privata con i miei termini. Anche tu puoi scrivere mentalmente il vostro racconto, scegliendo attentamente le parole da usare, quali episodi condividere con gli altri e quali no, e attenendoti a quella versione ogni volta che compirai il dovere civico di parlare di voi.

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