Emiliano Fittipaldi, Lussuria
Feltrinelli, 207 pagine, 16 euro

Fittipaldi afferma che i prelati accusati di pedofilia non dovrebbero essere condannati sulla base di accuse senza prove, ma non sempre segue questo principio in Lussuria, la sua inchiesta sugli scandali pedofili nella chiesa. Il suo obiettivo principale è il cardinale australiano George Pell, prefetto della segreteria dell’economia in Vaticano. L’autore cita il memoriale dell’Australian royal commission on institutional responses to child sexual abuse e incolpa Pell per tutte le atrocità lì riportate.

Fittipaldi scrive che Pell accompagnò Gerald Ridsdale, “pedofilo seriale”, al suo primo processo, in qualche modo lasciando intendere che lo coprisse. Ai tempi di quel processo però la reputazione di Ridsdale era ancora salda e Pell poteva essere assolutamente in buona fede. Questo giudizio un po’ frettoloso potrebbe portarci a esaminare meglio altre conclusioni a cui Fittipaldi arriva nel libro, ma la quantità di prove raccolte dipinge un quadro innegabilmente molto negativo. Tre delle persone che Fittipaldi indica come insabbiatori sono tra i nove cardinali consiglieri di papa Francesco, ci sono altri sospetti un po’ ovunque e specialmente in Italia dove i vescovi sembrano meno inclini a denunciare.

Questa rubrica è stata pubblicata il 10 marzo 2017 a pagina 82 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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