Subito prima di morire Steve Jobs ha parlato con il suo biografo Walter Isaacson del suo sogno di rivoluzionare la televisione. L’apparecchio che aveva in mente avrebbe controllato tutti i dispositivi che ingombrano il salotto (videoregistratori digitali, console per videogiochi, lettori blu-ray) e si sarebbe collegato con il gigantesco mondo del divertimento disponibile online. Sarebbe stato facilissimo da usare, senza farci perdere tempo per passare da un contenuto all’altro e senza farci armeggiare con telecomandi diversi. “Avrà l’interfaccia più semplice che si possa immaginare”, ha detto Jobs. “Finalmente ho trovato la soluzione”.
Oggi ho visto qualcosa di molto simile al dispositivo dei sogni di Steve Jobs. Come lui aveva immaginato, questa macchina si trasforma nel cuore del salotto: permette di giocare ai videogiochi, di leggere dischi blu-ray, di guardare trasmissioni televisive e di fare qualunque cosa si possa desiderare su internet. Il passaggio da un contenuto all’altro è impercettibile. E ha anche l’interfaccia utente più semplice che si possa immaginare, un sistema di riconoscimento vocale molto preciso e molto più intuitivo di un telecomando. Volete guardare Mtv? Volete vedere cosa stanno trasmettendo sulla Hbo? Volete passare dalla tv a un Blu-ray? Basta dirgli cosa fare e l’apparecchio reagirà all’istante.
Ma prima di tutto bisogna pronunciare il suo nome: Xbox. Proprio così: con il nuovo apparecchio chiamato Xbox One, la Microsoft ha fatto qualcosa che ci si aspettava da tempo dalla Apple. Ha creato una macchina da salotto quasi perfetta, che semplifica la fruizione di ogni film, di qualsiasi gioco e di qualunque altra cosa si desideri, fornita da chiunque e con estrema rapidità. Funziona così: ti avvicini al televisore e dici “Xbox accesa”. Il televisore e la Xbox si accendono immediatamente. Subito dopo c’è un menù molto simile alla home di Windows 8 con le applicazioni, i giochi e le altre cose con cui l’utente ha interagito di recente. A questo punto comincia il divertimento.
Se dici “Guarda la Cnn”, il televisore si sintonizza immediatamente sul canale. Il comando “Xbox giochi” fa partire l’ultimo videogioco con cui avete giocato. All’ordine “Apri Skype”, la Xbox One attiva Skype in un pannello sul lato dello schermo, dopodiché basta chiedere al dispositivo di chiamare vostra madre. La Xbox One può anche sovrapporre i propri elementi a un programma televisivo: per esempio si possono esaminare le statistiche di Fantasy Football mentre si segue una partita della Football League.
La cosa più incredibile è la velocità con cui si sposta da un ingresso all’altro: per passare dalla tv a un programma di Netflix ci mette lo stesso tempo che per cambiare canale sulla tv, e per farlo si usano comandi in lingua naturale. Oltre a permettere di guardare video e giocare, la Xbox One si collega anche ai social network e può essere usata per navigare in rete (cosa che non verrebbe mai in mente di fare con un televisore ma che immagino sia bella da vedere in una dimostrazione). Nonostante l’aspetto poco attraente (la sua estetica squadrata ricorda quella dei primi videoregistratori), la nuova Xbox risolve alcuni dei problemi cronici dell’uso di un sistema per videogiochi come set-top box. La Microsoft sostiene che a differenza del modello precedente, la Xbox 360, la Xbox One è praticamente silenziosa e si accende istantaneamente insieme al televisore con un unico comando vocale.
Eppure, nonostante l’evento organizzato per il lancio del prodotto sia stato sfarzoso, restano aperti molti interrogativi. La Microsoft ha offerto una dimostrazione dal vivo impeccabile: la Xbox One ha interpretato correttamente i comandi senza nessuna eccezione, ma non ho potuto osservare da vicino un dispositivo funzionante. La società ha mantenuto il riserbo anche sul modo in cui la nuova Xbox interagirà con il vecchio decoder via cavo, che non sarà sostituito dalla Xbox One come nel sistema perfetto sognato da Jobs.
L’apparecchio permetterà di cambiare canale con un comando vocale, e potrà sovrapporre i propri contenuti a quelli della televisione. Ma come ha osservato Nilay Patel di The Verge, è improbabile che il dispositivo funzioni come un videoregistratore digitale, che memorizza le trasmissioni televisive, ed è plausibile che si debba ancora avere a che fare con la scomoda interfaccia utente di una set-top box.
Ci sono poi un paio di aspetti della Xbox One che non piaceranno agli appassionati di videogiochi. Per cominciare, sul dispositivo non girano i giochi della Xbox 360, quindi chi vorrà continuare a giocarci dovrà conservare la vecchia console (la Microsoft ha spiegato che non poteva garantire una compatibilità con le versioni precedenti perché il nuovo sistema ha un processore con un’architettura diversa). Inoltre, quando si inserisce un nuovo gioco nella Xbox, il software viene automaticamente installato sull’hard disk e quindi non bisogna inserire il disco nell’apparecchio ogni volta che si vuole giocare.
Sembra una soluzione comoda, ma c’è un problema: se volete installare il gioco su un’altra Xbox One (se cioè lo vendete a qualcun altro), dovete versare una somma per ottenere l’autorizzazione, come la Microsoft ha confermato in una dichiarazione pubblicata su Wired (la società non ha specificato l’entità della cifra, e non ha precisato se i giochi di seconda mano si possono comunque usare a partire dal disco senza “installarlo” sull’hard disk della Xbox). D’altra parte la Microsoft ha smentito le voci secondo cui l’apparecchio avrebbe bisogno di una connessione costante a internet: i giochi a singolo giocatore, ha dichiarato l’azienda, si possono usare anche senza collegarsi.
Altre incognite sono il prezzo e la data del lancio sul mercato della Xbox One. La Microsoft ha annunciato che l’apparecchio sarà messo in distribuzione “entro la fine dell’anno”, mentre sul prezzo non ha fornito dettagli. Quando ha lanciato la Xbox 360, nel 2005, il costo iniziale era di 299 dollari, mentre ora è di appena 179 dollari. Ho la sensazione che l’azienda non farà pagare il dispositivo più di 399 dollari. A dire il vero, penso che chiedere di più sarebbe una pazzia.
Infatti, per far diventare la Xbox One una macchina da salotto, la Microsoft deve vendere in fretta molti esemplari. In questo modo potrebbe spingere le aziende che operano nelle televisioni satellitari e via cavo a creare applicazioni per la Xbox, che in sostanza trasformerebbero il decoder in un software che gira sul dispositivo: in questo modo si potrebbero registrare le trasmissioni, ricevere contenuti on-demand e magari perfino guardare spettacoli in diretta senza interagire con un apparecchio fisico ricevuto dal fornitore di televisione via cavo o satellitare (l’anno scorso la Comcast ha creato un’applicazione del genere per la Xbox 360. Se la Xbox One si aggiudicherà un’enorme fetta di mercato, altri fornitori potrebbero decidere di lanciarsi nell’affare).
L’altro motivo per cui confido in un prezzo contenuto è che la Microsoft deve approfittare il più possibile della propria posizione di vantaggio. La Xbox One non è perfetta, ma potrebbe essere la cosa più vicina che abbia mai visto al computer da salotto dei nostri sogni. La Microsoft dovrà farla circolare il più possibile prima che la Apple e Google creino oggetti simili. Un altro concorrente da non sottovalutare è la Sony, che con la sua PlayStation 4 cercherà di occupare la stessa nicchia degli apparecchi che uniscono insieme i videogiochi e i prodotti multimediali, anche se il dispositivo che sta sviluppando sembra molto meno intuitivo di quello della Microsoft (la Nintendo, intanto, sembra fuori gioco: il suo Wii U è stato un flop). E poi le opportunità sono enormi.
Negli Stati Uniti la frequenza con cui si guarda la televisione è superiore a quella con cui si fa quasi qualunque altra cosa, e quando non si guarda la tv spesso si usa un videogioco. Secondo me la Xbox One è il primo dispositivo che fonde insieme queste due attività in un modo che non sia macchinoso. Se la Microsoft riuscirà a controllare l’intera esperienza, il gigante dell’high-tech statunitense potrebbe risvegliarsi.
(Traduzione di Floriana Pagano)
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it