Proclamare uno sciopero di otto giorni in questo momento di crisi economica è un atto irresponsabile. Soprattutto se viene da una casta da sempre decisa a difendere i propri interessi. Lo sciopero degli avvocati non farà solo saltare udienze importanti come quella contro il capitano Schettino, o la sentenza sull’ex presidente della regione Abruzzo Ottaviano Del Turco. Ma centinaia di altri processi. Appena prima della pausa estiva.
I colletti bianchi sono offesi con la ministra guardasigilli Anna Maria Cancellieri, che li aveva inseriti tra “le grandi lobby che impediscono le riforme del paese”. A quel punto i principi del foro “hanno convenuto sull’inopportunità di partecipare all’incontro già fissato con il ministro della giustizia”.
Ma non basta: il consiglio nazionale forense ha comprato pagine intere sui grandi giornali, esprimendo nel solito linguaggio anacronistico e istituzionale “vivissima delusione”. “Abbiamo dovuto rilevare ripetute espressioni pubbliche del ministro della giustizia non adeguate al suo ruolo istituzionale e gravemente lesive della dignità e dell’alta funzione che la costituzione assegna all’avvocatura”, ha scritto il consiglio.
Il messaggio si conclude con due frasi significative, che sfiorano il grottesco: “Gli avvocati difendono i tuoi diritti. Tu difendi il mondo che ami”.
L’ordine degli avvocati è da sempre la punta di diamante nella difesa dell’ordinamento corporativo delle professioni. Con 130 rappresentanti in parlamento, la casta forense esercita un peso sproporzionato nelle decisioni politiche.
Nel luglio del 2011 i parlamentari avvocati, di destra e di sinistra, si sono rifiutati di votare la manovra finanziaria se non fosse stato cancellato un emendamento inteso a ridimensionare gli ordini. E in comune accordo hanno affossato un emendamento che chiedeva la sospensione automatica dall’esercizio della professione per gli avvocati eletti in parlamento.
Nel 2006 l’ex presidente della cassa forense Maurizio de Tilla aveva mobilitato i colleghi contro le liberalizzazioni di Bersani: “Siamo pronti a scendere in piazza in decine di migliaia, per difenderci da un vero attacco antidemocratico”.
Secondo un dato
risalente all’agosto del 2012, in Italia ci sono 247mila avvocati. E mentre nell’Unione europea ogni 10mila abitanti ci sono 127 avvocati, la media italiana è di 406, con punte di oltre 650 in Campania e Calabria.
I risultati di queste cifre sono concorrenza spietata, precarizzazione generalizzata e un numero alto di praticanti sottopagati. Ci sono molti avvocati che non condividono questo sciopero che inizia oggi e bloccherà i tribunali già intasati per otto giorni. In parecchie province anche per dieci.
Ma come in tutti gli ordini professionali, la maggioranza si limita a pagare i contributi obbligatori, lasciando il campo ai più ambiziosi e politicizzati. Che con questa insensata iniziativa hanno confermato le accuse del ministro di essere una lobby disposta a tutto per la difesa dei propri interessi.
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