È un operazione perfettamente calcolata per agitare le acque. Abbastanza banale, ma certamente non nuova nel mondo delle esagerazioni quotidiane di Beppe Grillo, che denuncia un colpo di stato al mese ed è ossessionato dai complotti.

Il leader del M5s ha storpiato il testo più famoso di Primo Levi sui campi di concentramento, adeguandolo alla sua irrefrenabile voglia di insultare: “Considerate se questo è un paese consegnato da vent’anni a Dell’Utri e a Berlusconi e ai loro luridi alleati della sinistra. Un Paese che ha eletto come speranza un volgare mentitore assurto a leader da povero buffone di provincia.” Per l’unione della comunità ebraiche è “una profanazione criminale del valore della memoria e un’oscenità sulla quale non è possibile tacere”.

Inutile dire che dopo questo post la base del movimento è scesa in trincea a difendere il suo leader, dando un’ulteriore prova della propria fantasia: “Equitalia sta agli italiani come le Ss stanno agli internati dei campi”, ci spiega Claudio Masiello di Roma. “Se abbiamo contro la comunità ebraica allora vuol dire che non abbiamo rivali alla conquista dell’Europa e della nostra nazione”, gioisce Gennaro Giugliano di Napoli.

La stragrande maggioranza dei messaggi è scritta da uomini. Naturalmente c’è anche qualche critica. Ma il tenore di fondo è quello sintetizzato in questo post: “Amo i post di Beppe Grillo come questo perché riescono a tracciare con precisione chirurgica un DISCRIMINE tra le persone: da una parte quelli che ne afferrano la profondità del significato, dall’altra gli ottusi patologici”.

È questa la linea di confine tra verità e menzogna, tra il movimento dei duri e puri e i “fradici benpensanti”, tra gli illuminati e il resto del mondo che vive nell’oscurità. Centinaia di messaggi grondano di quell’astio e disprezzo che Grillo diffonde ogni giorno verso gli avversari politici, visti come nemici da abbattere: “Ho rivalutato la rabbia, perché ha una funzione sociale, e abbiamo rivalutato il vaffanculo”.

Inutile aggiungere che la campagna elettorale equivale a una guerra. Ed è più che ovvio che il suo post ispirato alla poesia Se questo è un uomo di Primo Levi è stato “travisato” e “usato per depistare l’attenzione dal contenuto”. Ma questo non può certo intaccare il suo inossidabile ottimismo: “Sono sicuro, noi vinciamo le elezioni europee”.

È una previsione che ricorda quella fatta da Grillo un anno fa in un’intervista a Bild, il più becero dei tabloid tedeschi: “L’Italia in autunno va in bancarotta. Fra settembre e ottobre allo stato finiranno i soldi, e sarà difficile pagare pensioni e stipendi”.

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