Massimo Parlanti è stato condannato con rito abbreviato a 18 anni di carcere per l’omicidio dell’ex moglie Beatrice Ballerini, madre dei suoi due figli. I due erano separati, ma il quarantatreenne padre padrone continuava a umiliarla. Un pomeriggio l’ha aggredita, massacrata di calci e pugni e strangolata.
Poi ha simulato un furto, ha messo a soqquadro l’appartamento e dopo aver gettato il cellulare della vittima in un cassonetto è andato a prendere i due bambini a scuola come se niente fosse. Qualche giorno dopo, quando gli inquirenti avevano già forti sospetti su di lui, si è presentato ai carabinieri in presenza del suo avvocato e ha confessato, sostenendo che si era trattato di un incidente. Il tribunale di Pistoia ha condannato Parlanti a 18 anni, mentre il procuratore ne aveva chiesti trenta. I suoi avvocati hanno annunciato che in appello chiederanno una riduzione della pena, perché il gip avrebbe negato all’omicida le attenuanti generiche. Ma il vero scandalo è stato scoperto dal fratello della vittima, Lorenzo Ballerini.
“In Italia ammazzi la ex moglie e ti spetta la pensione, a vita, se non ti risposi. Auguri”, annota sulla sua pagina Facebook. Dall’Inps Ballerini ha avuto una notizia da rimanere esterreffatti: mentre i bambini stavano prendendo il 40 per cento della pensione - la quota che spetta agli eredi - l’altro 60 per cento è pagato al marito,
l’omicida, che incassa così i soldi della propria vittima a meno che non si risposi. È un diritto che resta valido a vita.
Ballerini sperava che questa condizione fosse cancellata con la sentenza di condanna. Ma non è così. Perché il giudice non ha dichiarato l’omicida “indegno a succedere”. “Se ci fosse stata questa dichiarazione, avremmo potuto ricorrere contro questa assurda ingiustizia”, dice Ballarini. “Ma lui, pur essendo l’assassino, è un erede a tutti gli effetti”. Ovviamente al fratello della vittima la questione sembra surreale: “È inevitabile la sensazione di vivere in un paradosso, in un luogo, in un tempo in cui l’assurdo diventa la regola, in cui il surreale diventa prepotentemente più tangibile del reale, in cui ti si confondono tutti i valori, in cui ti domandi se quello che ti hanno detto è veramente quello che hai sentito…”.
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