Beppe Grillo non si stanca di ripetere che le regole del Movimento 5 stelle sono poche, ma essenziali. Peccato che sia stato proprio il fondatore a calpestarle in modo autoritario. Grillo ha deciso di espellere i deputati Paola Pinna e Massimo Artini senza il voto dei parlamentari previsto dal regolamento. La loro colpa è gravissima: hanno rendicontato i loro contributi su un sito diverso da quello previsto.
Inoltre Grillo, a sorpresa e in solitaria, ha nominato un direttorio di cinque deputati, che comprende i fedelissimi Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico e Sandra Ruocco. Motivo del gesto: “Sono un po’ stanchino”. L’assemblea dei parlamentari doveva occuparsi di un’altra ventina di espulsioni. Ora un’ondata di proteste rischia di travolgere l’M5s.
Per capire il clima è utile leggere l’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano, giornale molto vicino all’M5s, che critica duramente Grillo e Casaleggio: “Come i padri gretti che diventano incapaci di trattare da adulti i figli maggiorenni e anziché accompagnarli con l’esperienza in un percorso sempre più autonomo, li segregano in casa per non perderne il controllo. O li fanno interdire. O li diseredano. […] Non si può neanche dire ‘Fermatevi prima che sia troppo tardi’. Perché è già troppo tardi”.
La fibrillazione tra i cinquestelle è notevole. In Toscana, dove Artini era molto attivo, si sono dimessi parecchi consiglieri comunali e molti meet up contestano “la deriva autoritaria e antidemocratica”. Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin segue la situazione “con estrema preoccupazione”. Alle tensioni crescenti il nuovo direttorio ha reagito con una tregua: nell’assemblea, spostata al 4 dicembre, non si parlerà di espulsioni. “Ora dobbiamo stare in pace”, chiede il capogruppo alla camera Andrea Cecconi.
Domani Casaleggio potrebbe essere a Roma per un incontro chiarificatore con i parlamentari. Ma la prossima mina è già in arrivo: Federico Pizzarotti, che ieri sera era ospite di La7, per il 7 dicembre organizza a Parma un convegno al quale parteciperanno molti esponenti dell’M5s. Un’iniziativa che potrebbe riunire l’area del dissenso in una nuova organizzazione.
Per Pizzarotti, il rito sovietico dell’espulsione sembra solo una questione di giorni. Potrebbe essere il segnale per la scissione definitiva dell’M5S, che dopo la batosta elettorale in Calabria pare in crisi anche su altri fronti. Da 2,8 milioni di accessi mensili il blog di Beppe Grillo è precipitato a 970mila, e anche la piattaforma partecipativa che permette di intervenire sulle proposte di legge registra un continuo calo. Sarà la stessa stanchezza che lamenta Grillo.
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