Paul McCartney durante un concerto al Barclays Center di New York, l’8 giugno 2013. (Jason DeCrow, Invision/Ap/Lapresse)
Oggi è il compleanno di sir Paul McCartney. L’ex bassista dei Beatles compie 71 anni. Senza perdere troppo tempo a celebrare quello che di fatto è uno dei più grandi autori di canzoni vivente, conviene fare un breve ripasso su cosa il Macca sia stato capace di fare nella sua carriera, cominciata alla fine degli anni cinquanta con i Quarrymen, gli antenati dei Beatles.
Ecco otto video, in parte presi dalla sua carriera con i Fab Four e in parte da quella solista. Al solito, la lista è volutamente parziale. E ho scelto di non mettere le canzoni più scontate, tipo [questa][1] o [questa][2].
Come si sa, Paul McCartney ha scritto e cantato molte canzoni dei Beatles. Insieme a John Lennon, era l’autore principale del gruppo (George Harrison ha cominciato a scrivere con una certa costanza solo nella seconda parte della carriera della band).
È dura, ma proviamo a scegliere qualche canzone dalla carriera dei Beatles. Per esempio We can work it out, pubblicata nel 1965. Un piccolo Bignami su come si scrive la melodia di una canzone pop.
Appena un anno dopo, nel 1966, i Beatles hanno pubblicato quella pietra miliare chiamata Revolver. La traccia numero due di quel disco è Eleanor Rigby. Il brano, con gli archi arrangiati da George Martin, è stata una canzone molto innovativa e sperimentale per il tempo. Che ha mostrato chi stavano diventando i Beatles: non più solo una band pop, ma un gruppo di pionieri della musica moderna.
A proposito di pop sperimentale, ecco un saggio di psichedelia alla Paul McCartney. The fool on the hill, dal film Magical mystery tour.
Quando i Fab Four hanno fatto il White album, Lennon e McCartney non andavano più molto d’accordo. E hanno registrato le canzoni ognuno per contro proprio, spesso tirando fuori un’anima acustica che non è così forte negli altri dischi del quartetto. E sono venute fuori gemme come Blackbird.
Per chiudere la parentesi beatlesiana, ecco Helter skelter. Non sembrano i Beatles, ma lo sono. Paul scrisse questa canzone semplicemente per fare un sacco di rumore, ispirandosi a un’intervista che Pete Townshend degli Who aveva rilasciato alla rivista Guitar Player. C’è perfino chi la considera un’anticipazione dell’heavy metal.
Anche sulla carriera solista ci sarebbe molto da dire. Dall’esperienza con i Wings di Band on the run a Flowers in the dirt. Ma saltiamo direttamente agli anni novanta con Flaming pie. La canzone che apre il disco si intitola The song we were singing.
Il mio disco preferito del McCartney solista però resta Chaos e creation in the backyard, pubblicato nel 2005. Su suggerimento dello stesso George Martin, McCartney ha registrato l’album insieme a Nigel Godrich, produttore dei Radiohead.
E come bonus, visto che oggi è il compleanno di sir Paul, risentiamoci Birthday, registrata durante la trasmissione televisiva The Colbert Report pochi giorni fa.
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