Mancavano poco più di cento biglietti per arrivare al sold out anche sabato. E alla fine sono stati venduti. La serata di venerdì del festival Club to Club era stata monopolizzata dal concerto di Thom Yorke, mentre quella successiva si è spostata verso territori più techno.

Ad aprire la serata è stato il torinese Vaghe Stelle, al secolo Daniele Mana, con la sua musica mutante dalle influenze molto ricche. Dopo è toccato all’imprevedibile, ma stavolta deludente, Oneohtrix Point Never. L’inizio del suo set è stato quasi dissonante, con la sua voce (troppo) satura di vocoder e una chitarra elettrica invadente. Poi, all’improvviso, una virata decisa verso la musica ambient. Spiazzante, anche troppo.

L’esibizione migliore della serata è stata quella di Andy Stott, dj e produttore di Manchester autore in questi anni di almeno un album di altissimo livello (Numb in particolare). Il suo set, virato verso la techno e la house, è stato il più coinvolgente.

Quasi onirico il dj set di Nicolas Jaar, costruito su un ipnotico saliscendi ritmico. All’inizio non è stato semplice entrarci dentro, ma è cresciuto alla distanza. Confesso invece di non aver visto l’esibizione del guru della techno di Detroit Jeff Mills, causa troppo sonno.

La domenica, per il suo ultimo giorno, il Club to Club si è spostato a San Salvario, storico quartiere multietnico torinese. In piazza Madama Cristina, fin dalla mattina, è stato allestito un mercatino, con street food danese e italiano. E poi ci sono stati i concerti di Nigga Fox e Kode9. Una buona idea, quella di far uscire il festival dal Lingotto e aprirlo al resto della città.

Peccato per il finale, che non è stato proprio memorabile. Il concerto di Kode9 è stato azzoppato dal blackout che ha colpito il quartiere.

Il Club to Club è un festival importante nel panorama italiano. Ha un programma ricco e coraggioso, in grado di soddisfare gli appassionati di musica elettronica ma anche di attirare i non puristi del genere. Arrivato alla sua quindicesima edizione, si è consolidato su uno standard alto. Uno standard che al momento rende Torino la capitale della musica elettronica in Italia.

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