Radiohead, Daydreaming
I Radiohead in questi anni, anche per colpa loro, hanno creato una grossa contraddizione. Le strategie di distribuzione della loro musica (alcune effettivamente rivoluzionarie, come la pubblicazione “a offerta libera” di In rainbows) fanno discutere più delle loro canzoni. È successo ovviamente anche con la loro recente sparizione dai social network. E questo è un peccato. Perché, anche se magari non avrà più l’impatto epocale di Ok computer o di Kid A, la musica del gruppo britannico resta di alto livello. Il nuovo disco dei Radiohead, ancora senza titolo, uscirà l’8 maggio in digitale e il 17 giugno in formato fisico. Nei giorni scorsi la band di Thom Yorke ha pubblicato l’inedito Burn the witch, mentre oggi è uscito Daydreaming, pezzo accompagnato da un video diretto da Paul Thomas Anderson. Dopo averla ascoltata un paio di volte, sembra di una bellezza commovente. Non resta che aspettare domenica, per mettere le mani sugli altri brani.
Brian Eno, The ship
Brian Eno non ha bisogno di molte presentazioni. E riassumere in poche righe la sua importanza per la musica contemporanea è difficile. Da dove partire? Dalla musica ambient? Dai Roxy Music? Dal capolavoro con David Byrne My life in the bush of ghosts? Dalla sua attività di produttore? Meglio lasciar stare. Il 29 aprile è uscito The ship, il suo nuovo album. Il disco si apre con questo brano di 21 minuti, una specie di oscura ninna nanna spaziale. Nonostante i suoi 67 anni, Brian Eno ha ancora tanto da dire.
James Blake, I need a forest fire
Lo confesso, questa segnalazione la faccio più per senso del dovere che per altro. Mi spiego: la notte tra il 5 e il 6 maggio è uscito il nuovo album di James Blake, The colour in anything. Qualcosa non mi torna. A sette anni distanza dall’uscita del suo (bellissimo) album d’esordio, la formula musicale di James Blake dà segni evidenti di stanchezza. A volte, come in questo pezzo, rasenta l’autoparodia (duettare con Bon Iver non fa che aumentare la sensazione di hipsterismo gratuito). Quindi lo segnalo perché Blake non è certo l’ultimo arrivato, ma il brano (e il disco) non mi hanno convinto per niente.
Iosonouncane, La macarena su Roma (live)
Jacopo Incani, in arte Iosonouncane, è una delle cose più belle capitate alla musica italiana negli ultimi anni. Il suo secondo album, Die, è stato il disco italiano migliore del 2015. Iosonouncane l’ha portato in tour sia da solo con i synth sia in acustico, in compagnia della corista Serena Locci. Da poco è cominciato un altro tour, nel quale Incani si fa accompagnare da una band. In scaletta, oltre ai pezzi di Die, ci sono anche quelli del suo primo album, La macarena su Roma.
King Gizzard & The Lizard Wizard, Gamma knife
Gli australiani King Gizzard & The Lizard Wizard sono piuttosto prolifici: hanno pubblicato quattro album in meno di due anni. L’ultimo uscito, Nonagon infinity, è il migliore. È una raccolta di nove brani legati l’uno all’altro. Le influenze e le citazioni sono tante: dal primo Zappa di Freak Out! a Captain Beefheart, dal krautrock al metal. La colonna sonora perfetta per un b-movie.
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