Bon Iver, 33 God
I Bon Iver si sono kanyewestizzati. Questa è la prima impressione che si ha ascoltando le canzoni del nuovo album 22, a million, uscito il 30 settembre e disponibile in streaming. L’influenza del rapper di Atlanta si sente parecchio nei nuovi brani del collettivo statunitense. Le chitarre sono state messe in soffitta (a parte che nell’intima 29 #Strafford APTS e in un altro paio di episodi) e sono soprattutto i sintetizzatori e i campionamenti a fare da contraltare alla voce in falsetto di Justin Vernon. L’obiettivo dichiarato del musicista di Fall Creek sembra quello di uscire definitivamente dal recinto del folk e dell’indie, per approdare a un genere musicale più trasversale. La scelta è coraggiosa, ma c’è poca urgenza espressiva nelle nuove canzoni dei Bon Iver e tanto, troppo manierismo. Magari il giudizio cambierà, ma dopo i primi ascolti di 22, a million è difficile non provare un po’ di scetticismo.

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Radiohead, Ill wind
I Radiohead hanno appena cominciato a spedire l’edizione speciale del loro ultimo album A moon shaped pool. Nel cofanetto, che include due vinili, due cd e un libro illustrato di 32 pagine, c’è anche un brano inedito intitolato Ill wind. Il pezzo, registrato durante le session di A moon shaped pool, ricorda in parte le atmosfere di The present tense. Ill wind comincia con un ritmo quasi da bossa nova, ma si evolve verso territori più elettronici. Non avrebbe per niente sfigurato nel disco. Thom Yorke, tanto per cambiare, sfodera uno splendido falsetto e Jonny Greenwood pensa all’arrangiamento, che in alcuni passaggi ricorda la sua colonna sonora di Inherent vice.

Aggiornamento: il pezzo è stato tolto da Soundcloud e per ora si può ascoltare a questo indirizzo.

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Bob Dylan, Tell me momma
Il tour del 1966 di Bob Dylan è uno dei più famosi della sua carriera. È quello della svolta elettrica, degli show divisi in due parti: la prima acustica, apprezzata dal pubblico, e la seconda accompagnato da una band, i The Hawks, quelli che di lì a poco sarebbero diventati The Band. Il fatto di abbandonare la musica acustica e di “vendersi” al pop, ai tempi, scatenò proteste furiose dei fan e della stampa. Famoso è l’aneddoto della Free Trade Hall di Manchester, quando un fan gli urlò “Giuda!” e Dylan gli rispose con una versione infuocata di Like a rolling stone. L’11 novembre il cantautore statunitense pubblicherà un nuovo cofanetto che pesca dai suoi archivi. Si intitola The 1966 live recordings e raccoglie il meglio di quel tour in 36 cd. In occasione dell’annuncio, Dylan ha messo online il brano Tell me momma, che di solito apriva la seconda controversa parte dello show.

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Miley Cirus, Baby I’m in the mood for you
A proposito di Dylan. Qualche giorno fa Miley Cyrus è stata ospite di Jimmy Fallon e ci ha ricordato ancora una volta che sa cantare davvero bene. I suoi dischi possono non piacere (a me non piacciono per niente, per esempio) ma le sue doti canore e la sua capacità di tenere il palco non sono in discussione. Stavolta ha interpretato un brano minore di Bob Dylan, Baby I’m in the mood for you, registrato nel 1962 e reso famoso in seguito da Odetta, con un piglio country che sarà piaciuto molto al padre Billy Ray Cyrus. Non è la prima volta che Miley si misura (molto bene) con i classici della musica statunitense. La sua interpretazione di Jolene di Dolly Parton è roba per palati fini.

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Justice, Randy
I francesi Justice sono un po’ schiavi del loro disco d’esordio, il notevole , che sembrava averli lanciati come i nuovi fenomeni del french touch, in grado di raccogliere almeno in parte l’eredità dei Daft Punk. Peccato che il disco successivo, Audio, video, disco, non fosse per niente all’altezza di . Ora la band ci riprova: il terzo lavoro Woman uscirà il 18 novembre e questo è il singolo di lancio. Certo che riuscire di nuovo a scrivere un pezzo come We are your friends non è proprio una passeggiata.

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