L’Unesco ha annunciato di aver dato ad Amira Hass il premio per la libertà di stampa nel mondo 2003. Questo riconoscimento è destinato a persone che “promuovono la libertà di espressione, in particolare mettendo a rischio la loro vita”. Nata nel 1956 a Gerusalemme, figlia di ebrei sopravvissuti all’Olocausto (la madre, comunista, è morta recentemente), Amira Hass ha studiato storia all’università prima di cominciare a lavorare per il quotidiano Ha’aretz. Da più di dieci anni si ostina a raccontare il conflitto in Medio Oriente vivendo oltre le linee “nemiche”, prima a Gaza e oggi a Ramallah. I suoi diari settimanali scritti per Internazionale saranno raccolti in volume e pubblicati da Einaudi. Quando a metà febbraio è venuta a Roma per una conferenza della Fondazione internazionale Lelio Basso, ha voluto assolutamente andare alla manifestazione per la pace. A Ramallah, e in generale in Israele, di cortei così colorati e allegri Amira Hass non ne vede da anni.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it