Primi in tutto, anche per numero di detenuti. Con oltre due milioni di persone chiuse in carcere, gli Stati Uniti battono campioni di democrazia e libertà come la Cina e la Russia. Il poco invidiabile record riflette una diversa idea della prigione. Qui da noi, in Europa, dove pure le carceri sono sovraffollate e i processi eterni, la detenzione è (o dovrebbe essere) uno strumento di recupero della persona. Lì, invece, è “vendetta sociale e legale”, per usare le parole di un esperto di questioni americane come Christian Rocca. Le carceri sono uno dei tanti specchi della società. Negli Stati Uniti le privatizzano, per renderle più efficienti e redditizie, e ai detenuti – è notizia dei giorni scorsi – vengono imposti lavori pericolosi come il recupero di materiali elettronici tossici. Indigna, quindi, ma non stupisce che un ex attore di origine austriaca, diventato governatore, mandi a morire un detenuto nero ex capo di una gang. È il riassunto dell’America di oggi.

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