Jeff Israely è un amico. Per dieci anni ha vissuto a Roma ed è stato il corrispondente dall’Italia del settimanale americano Time. A dicembre è partito. È andato a Parigi, sempre per Time. È diventato Mediterranean bureau chief. Vuol dire che dalla capitale francese seguirà la Spagna, la Grecia, i Balcani, il Vaticano. E l’Italia. Dispiace che sia partito. Non per lui, anzi, per lui c’è da essere contenti: è una bella scommessa, una nuova avventura. Dispiace per noi, che rimaniamo qui. Dispiace per questo nostro paese che non è riuscito a fornire a Jeff argomenti per convincere il suo direttore che dall’Italia c’è ancora tanto da scrivere. Alla festa in cui Jeff e sua moglie Monica hanno salutato i loro amici, a dicembre, su un barcone in riva al Tevere, un giornalista televisivo americano raccontava che i suoi capi non sono interessati a tutte le sue proposte di servizi dall’Italia. “L’Italia”, spiegava il reporter, “è il paese più sviluppato del terzo mondo”.

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