Amira Hass, Alexander Stille, David Remnick, Fred Pearce, Marjane Satrapi, Francesco Zizola. In ognuna delle loro lezioni di giornalismo, all’Auditorium di Roma, hanno raccontato cos’è l’obiettività, qual è il futuro dell’informazione, come affrontare i poteri forti. Le differenze tra i loro punti di vista, più che le analogie, sono state la vera lezione. La sera di sabato 21 giugno, sfidando gli Europei di calcio, la chiusura del ciclo è affidata al reporter britannico Robert Fisk. C’è chi lo accusa di essere poco obiettivo. Ma spesso sono altri giornalisti a criticarlo, forse invidiosi dei suoi successi e della sua notorietà. Di sicuro pochi conoscono il Medio Oriente meglio di lui: ha cominciato a occuparsene nel 1979. Da allora ha raccontato sul campo tutte le guerre e ha intervistato tre volte Bin Laden. “Una giornata con Fisk equivale a un mese con chiunque altro”“, ha confidato all’Observer il suo autista. Fisk è anche un ottimo showman. E sabato sarà più divertente degli Europei.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it