A livello globale il settembre del 2020 è stato il più caldo mai registrato da quando sono cominciate le misurazioni della temperatura, ha reso noto il 7 ottobre Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea.
Due giorni dopo le ragazze e i ragazzi di Fridays for future sono tornati in piazza, coordinati con Extinction rebellion, in decine di città italiane. Nei mesi del lockdown hanno messo a punto un piano per la ripresa, con la consulenza di trecento scienziati, esperti e associazioni. Si chiama Ritorno al futuro ed è organizzato in sette capitoli. L’idea di fondo è che gli enormi investimenti messi a disposizione dai paesi europei per l’uscita dalla crisi del covid-19 possano essere usati per uscire, contemporaneamente, dalla crisi climatica.
I titoli dei capitoli, necessariamente generici, danno l’idea dell’ampiezza dello sforzo programmatico: rilanciare l’economia investendo nella riconversione ecologica; riaffermare il ruolo pubblico nell’economia; realizzare la giustizia climatica e sociale; ripensare il sistema agroalimentare verso un’agricoltura che sia più sostenibile; tutelare la salute, il territorio e la comunità; promuovere la democrazia, l’istruzione e la ricerca; costruire l’Europa della riconversione e dei popoli.
Che ci possa, o anzi ci debba essere un’unica soluzione alle due crisi che stiamo attraversando (del covid-19 e climatica) è alla base anche di un ebook appena pubblicato da Manifesto libri, Attenti ai dinosauri. “La crisi dovuta alla pandemia”, scrive Ferdinando Boero, uno degli autori, “ha la potenzialità d’innescare un cambio di paradigma”, che “non si attua con una serie di tattiche scollegate ma ha bisogno di una strategia che colleghi tutti i comparti di produzione e consumo. Non abbiamo molto da inventare, tutto è già stato detto, i documenti del Green deal sono chiari e le risorse arriveranno per attuare quella politica. Siamo culturalmente preparati a farlo?”.
Questo articolo è uscito sul numero 1380 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it