Se Tav è l’acronimo di “treno ad alta velocità”, perché scriviamo la Tav e non il Tav? La risposta è semplice e anche un po’ scandalosa: perché lo fanno tutti. Non proprio in realtà. Gli attivisti della Val di Susa usano il maschile. Alcuni giornali e alcuni giornalisti a volte li assecondano. Ma da quando la protesta dei No Tav ha oltrepassato i confini di Susa e Bussoleno e si è trasformata in un movimento nazionale, sui mezzi d’informazione e nel parlare comune il Tav è diventato la Tav: la linea ferroviaria, la ferrovia, l’alta velocità, la tratta Torino-Lione o semplicemente l’opera, come la chiamano il premier Mario Monti e la ministra Annamaria Cancellieri. Il femminile ha prevalso, e ostinarsi a usare una forma meno diffusa sarebbe una battaglia persa.
Quanto al genere di certe parole, la scorsa settimana abbiamo dovuto affrontare un dilemma ben più arduo: internet è maschile o femminile? Come altri nomi stranieri entrati senza adattamento nella nostra lingua, internet ha preso il genere della parola corrispondente in italiano, in questo caso “rete”. “Viviamo su internet e ci muoviamo con lei”, scrive Piotr Czerski a pagina 96 del numero scorso. “Abbiamo imparato ad accettare che troveremo molte risposte anziché una sola”.
Internazionale, numero 941, 23 marzo 2012
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