Quasi non c’è bisogno di dirlo: Internazionale non ama le maiuscole. Dovunque si giri, le elimina: a nord, a sud, a est e a ovest. Abbassa la m del monte Everest e inabissa la o dell’oceano Atlantico. In qualunque epoca: nel cinquecento, negli anni ottanta, dopo l’illuminismo o prima della resistenza. Fa scendere il pil e l’iva, rimpicciolisce perfino il web. Ridimensiona strade e piazze, da boulevard Saint-Germain a Wall street.
Agli enti, ai partiti e alle associazioni concede solo una maiuscola, la prima: Partito repubblicano, Amnesty international, Croce rossa. Per questioni di copyright, però, deve accettare non solo la Nutella ma anche eBay e iTunes. Dietro una maiuscola c’è a volte la manifestazione di una certa riverenza. Internazionale invece rispetta tutti e non riverisce nessuno, ministro o papa che sia. Neanche le istituzioni: tutte minuscole, dalla camera dei deputati alla presidenza del consiglio, dalla commissione giustizia a tutto il parlamento.
Fedele alla vocazione scritta nel suo nome, fa però eccezione per alcune istituzioni internazionali, come il Consiglio d’Europa e il Tribunale penale internazionale per il Ruanda. Dà due maiuscole alle Nazioni Unite ma una all’Unione europea: non per svilire il Nobel, ma perché l’Unione ha scelto così.
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