Nello scorso numero (pagina 80) abbiamo scritto fürher invece di führer. Nel titolo, e altre due volte nel testo dell’articolo (rispettando così almeno il principio della coerenza caro ai copy editor). Capita di fare già tanti errori scrivendo nella propria lingua, che controllare la grafia di una parola straniera dovrebbe essere un gesto quasi automatico. Spesso invece ci fidiamo di quello che pensiamo di sapere. Anche quando non si tratta della nostra lingua.

Internazionale tende a limitare il più possibile l’uso di parole straniere. Fanno eccezione le parole entrate nell’uso, come per esempio best seller, babysitter o shock. O le parole che non hanno un equivalente in italiano. Sarebbe stato assurdo chiamare Hitler duce, o capo, invece di

führer. E poi lo sanno tutti chi era il führer. Nello scorso numero c’erano anche koninginnedag (il giorno della regina nei Paesi Bassi), sharia (la legge sacra dell’islamismo) e cockney (la parlata dei quartieri popolari di Londra).

Tutte parole che sarebbe troppo complicato sostituire ogni volta con la spiegazione in italiano. A pagina 14, invece, si parla di “time out per la democrazia”, che nel testo originale, in spagnolo, era tiempo muerto. Per rendere al meglio lo spagnolo siamo dovuti ricorrere all’inglese.

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