Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi, I ricercatori non crescono sugli alberi

Laterza, 118 pagine, 12,00 euro

Chiunque abbia partecipato alla cena di un convegno internazionale sa che il funzionamento dell’università italiana è inspiegabile: le semplici domande degli stranieri e le complicate risposte di chi ci lavora lasciano un senso di insoddisfazione generale.

Per evitare questa frustrazione gli uni e gli altri potrebbero ricorrere a questo libretto scritto da due ricercatori che, pur vivendo in Italia, sono abituati a dialogare con colleghi di tutto il mondo.

Forse perché sono specialisti di fisica dei “sistemi complessi” e dei “materiali disordinati”, riescono dove altri hanno fallito. Spiegano come (non) funziona l’università in Italia, perché siamo arrivati a questo punto e propongono perfino delle soluzioni: sorvegliare procedure e risultati, favorire il diritto allo studio, coltivare attraverso fondi pubblici la ricerca di base, quella non destinata alle applicazioni immediate che interessano ai privati.

Come dicono gli autori, quando Einstein nel 1915 formulò la teoria della relatività generale non aveva idea che ottant’anni dopo sarebbe servita a rendere precisi i navigatori satellitari. Se avesse mirato a qualcosa di più concreto della comprensione dell’universo forse non ci sarebbe arrivato e, oggi, noi ci perderemmo più spesso.

Internazionale, numero 837, 12 marzo 2010

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