Esther Duflo, I numeri per agire

Feltrinelli, 172 pagine, 18 euro

Esther Duflo non ama i discorsi generali. Questa economista dell’Mit pensa che per combattere la povertà nei paesi in via di sviluppo non sia importante decidere preventivamente se stare con lo stato o il mercato, con il pubblico o il privato, ma occorra prima verificare, caso per caso, quali siano gli effetti di ogni provvedimento.

Per farlo, applica il metodo che si usa con i farmaci quando si confronta la reazione di chi ha assunto la nuova medicina con quella di chi ha avuto il placebo, paragonando il gruppo a cui è stato fornito un certo aiuto con un gruppo di controllo. Scopre così verità magari ovvie e tuttavia raramente considerate da chi decide le politiche per lo sviluppo educativo e sanitario. Per far frequentare la scuola a tutti i bambini, per esempio, una semplice campagna antiparassitaria può avere effetti maggiori di un costoso programma di finanziamento alle famiglie. Per migliorare la salute delle persone non basta riformare i servizi sanitari, ma si deve incentivare la domanda di prevenzione e cure.

I poveri, spiega la Duflo, non sono esseri passivi in balìa della loro condizione, ma persone costrette a prendere decisioni importanti molto più spesso di chi vive una vita facile. Per aiutarli occorre prepararsi bene. Solo sperimentando rigorosamente possiamo sperare di suggerire soluzioni concrete, magari parziali ma importanti.

Internazionale, numero 901, 10 giugno 2011

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