Siddhartha Mukherjee, L’imperatore del male
Neri Pozza, 731 pagine, 19 euro
Maggie Jenks, morta di cancro nel 1995, ha descritto la sua esperienza con la malattia come la sensazione di svegliarsi durante un volo ed essere paracadutata dall’aereo su un paese straniero: “Scendi. Tocchi terra […]. Ma dov’è il nemico? Che cosa è il nemico? Che vuole? […]. Niente strade. Niente bussola. Niente mappa […]. I camici bianchi sono lontani, lontanissimi e mettono il paracadute a qualcun altro […], ma non pensano a disegnare una mappa”.
In questo grande libro il medico Siddhartha Mukherjee racconta come nel corso del tempo si è cercato di capire cosa fosse il cancro e come curarlo. Con erudizione, capacità di trovare metafore, senso della suspense, descrive il viaggio compiuto dalla medicina oncologica fino a oggi, un viaggio fatto di svolte rivelatrici e altrettante strade senza uscita. Per spiegare i passi avanti e quelli indietro, i successi e le disillusioni non si limita a esporre le teorie su cui le scoperte sono basate, ma considera anche le personalità di clinici e studiosi, i contesti sociali e in cui agiscono e le risorse economiche a cui hanno accesso.
Così, attraverso la complessa storia dei tentativi compiuti da clinici e ricercatori per disegnarla, le linee di una mappa gradualmente emergono, contribuendo a rischiarare lo sterminato territorio del cancro e a dare risposte oneste alle domande di chi ci è finito dentro e lo deve attraversare.
Internazionale, numero 917, 30 settembre 2011
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