Anna Tonelli, Falce e tortello
Laterza, 220 pagine, 15 euro
Per sessant’anni le feste dell’Unità sono state un momento chiave della partecipazione dei militanti del Pci alla vita del partito. Questo libro, scritto ora che non esistono più, ne ripercorre la storia dalla prima scampagnata del 1945 fino alla decisione del 2008 di cambiarne il nome in “feste democratiche” per cercare “una nuova liturgia politica”. Leggendolo si scopre la genealogia di questa celebrazione non religiosa, legata alla Fête de l’Humanité francese, derivata a sua volta dalle feste rivoluzionarie giacobine.
Particolarmente interessante è la prima parte, da cui si capisce come nel dopoguerra l’organizzazione delle feste fosse per il Pci non solo un modo per comunicare all’interno la propria forza ma anche per mostrare, all’esterno, la propria capacità di organizzare, di essere vicini alle persone, di interpretarne la voglia di star bene e di divertirsi. Con queste premesse la storia delle feste è un modo per seguire la storia della sinistra e dell’Italia: dalla scoperta della utilità delle feste come strumento di finanziamento alla loro esplosione negli anni sessanta; dai conflitti sul ruolo dei giovani e delle donne fino al distacco dal partito.
Oggi, mentre gli eredi di quel partito cercano nuove strade per farsi capire, i mille festival che affollano le piazze d’Italia sembrano altrettante reincarnazioni di una festa che, nel frattempo, ha assunto vita propria.
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