Luigi Ferrajoli, Dei diritti e delle garanzie. Conversazione con Mauro Barberis
Il Mulino, 184 pagine, 15 euro
In Italia c’è un rapporto ingenuo e perverso tra cronaca e legislazione. Agli allarmi sui neonazisti si risponde istituendo il crimine di negazionismo; la perdurante violenza sulle donne provoca una legge che punisce in modo speciale il femminicidio; più in generale ogni problema suscita quasi automaticamente una “risposta penale” affrettata che dovrebbe ricondurre magicamente chi sbaglia sulla retta via.
Il giurista Luigi Ferrajoli la pensa in modo diverso, e da anni ritiene che per realizzare la giustizia occorra spostare l’accento dalle pene alle garanzie, cioè alle tecniche che permettono di tutelare i diritti fondamentali, quelli già stabiliti dalla costituzione. Nella sua visione il compito dei giudici è di vigilare a che le leggi esistenti siano compatibili con questi diritti, trasformando norme semplicemente vigenti in leggi effettivamente valide.
Così si difendono i soggetti, specie i più deboli, da minacce vecchie e nuove. Questa intervista-dialogo rende il suo pensiero luminoso più accessibile e costituisce una buona introduzione per passare alla lettura di testi più impegnativi come la sintesi
La democrazia attraverso i diritti (Laterza) e le sue opere maggiori. Leggendole ci si rende conto di quanto possa essere fertile la nozione di garantismo, una volta sottratta al ruolo strumentale in cui l’ha costretta la cronaca degli ultimi venti anni.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it