Carlo Formenti, Utopie letali
Jaca Book, 255 pagine, 18 euro
Questo libro spiega in modo convincente che negli ultimi trent’anni la sinistra ha sbagliato tutto. Fin qui non si tratta di una grande scoperta. Come mostrano i risultati elettorali, non solo italiani, sono ormai in molti a pensare che, allineandosi al centro, i partiti di sinistra abbiano perso identità, consenso e quasi natura, finendo per diventare una versione appena più presentabile dei partiti del centrodestra.
La notizia più interessante è che a sbagliare è stata anche molta sinistra radicale, alternativa, movimentista. Il problema, secondo Formenti, è che anche questa sinistra ha smesso di analizzare l’attualità in termini di scontro tra classi e non ha sentito più la necessità di inventare un partito capace di cambiare gli equilibri sociali. Ha creduto che questi potessero mutare spontaneamente, sulla base di spinte date dalla tecnologia della rete, dallo sviluppo di un ceto di lavoratori della conoscenza, dal formarsi di una moltitudine capace di coagularsi all’improvviso quando necessario.
Sono queste le idee pericolose a cui allude il titolo, le utopie che impediscono oggi di rendersi conto che le classi esistono e che, sebbene disposte su un orizzonte globale, sono sempre le stesse, più in lotta che mai. Usando in modo non scontato alcuni classici del marxismo (Gramsci e addirittura Lenin), Formenti conduce il lettore a interrogarsi su quali sono le priorità e quali no.
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