Quit the Doner, Quitaly
Indiana, 236 pagine, 14,50 euro
Nel 2013, quando ci fu il raduno degli alpini a Piacenza, i giornali italiani ritennero che la notizia più importante fosse che era stato innalzato uno striscione con la frase “papa Francesco, uno di noi”. Nella sua corrispondenza il giornalista che si firma con lo pseudonimo Quit the Doner spiegò che, forse, scrivere “La riunione di quattrocentomila maschi di montagna ubriachi ammassati in una città di centomila abitanti” avrebbe fatto capire meglio ciò che era avvenuto.
Ora quella corrispondenza, insieme a molte altre, è raccolta in un libro che mostra il talento di questo immersive journalist dalla scrittura veloce e dalle idee chiare, capace di raccontare l’Italia che stiamo vivendo senza scorciatoie, mostrando con lucidità come convivano assurdità imperdonabili e un’umanità che nonostante tutto è sbagliato ridurre a cliché.
Particolarmente belle le pagine conclusive degli articoli, quelle in cui Quit interrompe la raffica di battute e riferimenti alla cultura di massa, rallenta il ritmo, mette in mostra una vena da storico del presente e riflette sull’effetto che hanno sul nostro immaginario le rivoluzioni che stanno travolgendo il nostro modo di vivere e lavorare. Qui si fa strada un invito a diffidare del narcisismo, delle teorie del complotto e delle banalità che il presente ci propone ogni giorno in dosi massicce per provare a guardarsi intorno e raccontare la realtà.
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