David Forgacs, Margini d’Italia
Laterza, 400 pagine, 26 euro

Agli occhi di molti viaggiatori stranieri, ma anche di molti italiani, da almeno due secoli l’Italia appare in modo contraddittorio: da un lato è bellissima, evocativa e magica, dall’altro è sporca, caotica e deprimente. Di solito i due aspetti vengono separati, si opera una selezione cercando di trattenere ciò che è affascinante ed eliminare il repellente. Sono in pochi ad avere il coraggio di Dickens, che nel 1851 scriveva: “Amanti e cacciatori del pittoresco, non distogliamo troppo accuratamente lo sguardo dalla miserabile depravazione, dal degrado e dalla miseria a cui questa gaia vita napoletana è indissolubilmente legata! Non sta bene trovare Saint Giles così ripugnante e Porta Capuana così attraente!”.

Tra questi pochi c’è di sicuro David Forgacs, che in questo libro prova ad andare oltre, a riflettere sulla linea di confine che in Italia ha separato e separa l’accettabile dall’inaccettabile, il centro dal margine. A partire da parole e immagini si concentra sulle zone a rischio: periferie, colonie, manicomi, campi rom. Scopre che spesso fotografie e indagini tese a documentare una situazione sociale giustamente considerata grave hanno finito per consolidarla, riproducendo categorie e pregiudizi. Insegna quanto sia difficile ma utile provare a pensare i margini in un altro modo, a sottrarli allo sguardo forse pietoso ma sicuramente univoco di chi si trova al centro.

Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2015 a pagina 88 di Internazionale, con il titolo “Ai lati d’Italia”. Compra questo numero | Abbonati

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