Luca Rastello, Io sono il mercato
Chiarelettere, 164 pagine, 12 euro
Il 6 luglio è morto Luca Rastello, autore di inchieste appassionanti e romanzi veritieri. Come ha ricordato Goffredo Fofi sul sito di Internazionale, il suo lavoro è cominciato con La guerra in casa, in cui raccontava della Jugoslavia che andava in pezzi facendo capire quanto quella storia riguardava tutti, anche in Italia, ed è finito con I buoni, romanzo morale che disturba e colpisce.

Tra le tante cose belle che ha scritto uno dei testi meno discussi è Io sono il mercato, straordinario reportage su un importatore di cocaina che racconta i segreti del suo mestiere. Leggendolo, il lettore impara a capire quali sono i trucchi per riuscire a trasferire grandi quantità di droga dal Sudamerica all’Italia (attraverso grandi blocchi di marmo destinati a essere impiegati per realizzare lussuosi piani cucina, oppure attraverso rivestimenti di cavi elettrici), si fa un’idea di come funzionano le carceri sudamericane e infine si rende conto di come sia difficile portare in macchina quel paio di milioni di euro che costituiscono il pagamento di un grosso carico.

Scritto poco dopo Gomorra di Roberto Saviano e poco prima di Resistere non serve a niente di Walter Siti, questo libro merita di trovare il suo posto nella storia della scoperta di una zona grigia nella società italiana in cui criminalità e quotidianità s’incontrano, si accordano e trovano nuovi modi di convivere e prosperare.

Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2015 a pagina 84 di Internazionale, con il titolo “Il rivelatore di mondi”. Compra questo numero | Abbonati

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