Thomas Piketty
Une brève histoire de l’égalité
Seuil, 368 pagine, 14 euro

Negli ultimi anni Thomas Piketty si è affermato come uno degli economisti più brillanti della sua generazione, portando all’attenzione di moltissimi lettori i due aspetti della sua ricerca: un’innovativa analisi della storia delle disuguaglianze e una serie di proposte politiche per ridurle. Lo ha fatto in particolare con tre libri di un migliaio di pagine ciascuno, tra cui il fortunatissimo Il capitale nel XXI secolo (Bompiani 2018). Oggi torna nelle librerie francesi con questo lavoro più ridotto, in cui espone con grande chiarezza le sue conclusioni e risponde con convinzione alle obiezioni che gli sono state rivolte.

La sostanza teorica del suo discorso è che le disuguaglianze sono “una costruzione sociale, storica e politica”, non una funzione dello sviluppo economico. Per questo nel valutarle occorre tenere presenti molti fattori, come i diritti (non solo di proprietà), l’ambiente, l’accesso alla cultura. Leggendolo si capisce anche che negli ultimi secoli le disuguaglianze sociali si sono sostanzialmente ridotte rispetto al periodo precedente. Per mantenere e incrementare questa tendenza, Piketty suggerisce strategie concrete che mirano a fare i conti (anche attraverso risarcimenti) con il passato coloniale e schiavistico, a rilanciare la progressività dell’imposta e uno stato sociale capace di dotare ognuno di ciò di cui ha bisogno, favorendo finalmente un’uguaglianza reale.

Questo articolo è uscito sul numero 1426 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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